Dopo la sollevazione nei giorni scorsi del caso “multe sospese” al sindaco di Roma Ignazio Marino, entrato nell’occhio del ciclone per otto multe risultate non pagate – per un totale di 640 euro – in cui sarebbe incorso per essere entrato nella zona a traffico limitato con un pass scaduto, ora la procura della Capitale ha aperto un fascicolo per procedere per il reato di “Violazione del sistema informatico”. Ad essere messe sotto la lente d’ingrandimento ci sono la possibile “manipolazione e falsificazione” dei dati del primo cittadino di Roma nel sistema informatico che registra i permessi Ztl.
La denuncia è stata presentata ai carabinieri di San Lorenzo in Lucina ed ha già determinato l’audizione dei primi testimoni per risalire all’identità dell’hacker che si è introdotto illegalmente all’interno del sistema informatico. Marino, in particolare, lamenta la sparizione dell’autorizzazione che ha permesso alla sua auto di circolare nella Ztl nel periodo tra la scadenza e il rinnovo del permesso.
Il sindaco capitolino era stato accusato nei giorni passati da un esponente Ncd di essere transitato per alcuni giorni in centro senza il permesso, di essere stato multato e di avere chiesto di togliere quelle contravvenzioni, accuse che Marino nega e che anzi con l’atto formale della denuncia di ieri ha rimandato di fatto al mittente.
Già il giorno prima il sindaco aveva tentato una timida auto difesa affermando che in quel breve periodo “le telecamere non leggevano il suo pass temporaneo”. Oggi le cose si fanno ben più serie con l’apertura del fascicolo in Procura.
Le prime indiscrezioni, riportate dal Corriere della Sera, parlano già dell’esistenza di un superteste che, sentito dai Carabinieri, smentirebbe la ricorstruzione fornita dal sindaco Marino e dal suo staff sulle multe prese. Il supertestimone, un dirigente dell’Agenzia della Mobilità avrebbe infatti affermato che “Prima del 12 agosto 2014 non c’era alcun permesso temporaneo per il sindaco”.