Ci troviamo in un momento di grande fermento ed evoluzione tecnologica. Una trasformazione che tocca in maniera trasversale tutti i settori e le tecnologie. Non è immune lo storage, che nel corso degli anni è andato incontro ad un processo di evoluzione per rispondere ai requisiti sempre maggiori richiesti a livello di performance e adeguarsi alle esigenze delle aziende moderne. Eran Brown, CTO di Infinidat EMEA, ci racconta la strategia dell'azienda, con un focus sulle sfide presenti e future dello storage.
1) Perché Infinidat non si affida all’All-Flash? Sembra una scelta un po’ fuorimoda, dopo tutto, la velocità è un parametro importante nello storage…
Da sempre, i clienti chiedono tre cose ai vendor di storage: ridurre i costi di archiviazione dei dati, aumentare la capacità in modo rapido e consolidare su un numero inferiore di array storage, ma più grandi, rispondendo parallelamente alla richiesta di maggiore affidabilità.
Qual è stata l’offerta dei vendor? Soluzioni all flash che risolvono un problema (di prestazioni), peggiorando gli altri due, incrementando i costi per TB e aggiungendo TB dietro la stessa architettura a 2 controller. Allo stesso tempo, i fornitori di cloud hyperscale hanno risolto lo stesso problema con software smart, evitando la necessità di storage media-defined e riducendo i costi in modo significativo. Infinidat è tra quelli che consentono questo risparmio.
2) Come competono le soluzioni Infinidat con i sistemi All-Flash e quali i punti chiave per far sì che i clienti non decidano di cambiare idea e affidarsi all’All-Flash?
Sono i test di prodotto che convincono i nostri clienti. Possiamo dimostrare la nostra disponibilità del 99.99999% (sette nove) e la velocità. Su ogni workload reale, la nostra soluzione hyperscale ha performance migliori rispetto a prodotti flash. Le aziende possono testare le nostre soluzioni direttamente in modalità “Try&Buy” con il nostro supporto e comprendere che gli array hyperscale sono più rapidi di qualsiasi flash. È importante sottolineare che non rifiutiamo completamente la tecnologia Flash, la utilizziamo infatti nei nostri prodotti come parte della Neural Cache, l’algoritmo di apprendimento che accelera le performance. Tuttavia, posizionare tutti i dati su flash ha un costo proibitivo e non permette di allineare l’IT alle esigenze di business. Anche dopo la riduzione dei dati, vediamo ovunque tra il 100% e il 250% di sovrapprezzo per l’All-flash rispetto al nostro storage, testimonianza del fatto che l’hyperscale è un metodo più economico per supportare la crescita di business.
3) Cosa accadrà in futuro se il costo del Flash non sarà più importante?
In fin dei conti non è il supporto in sé a essere importante, ma il suo costo e il rapporto prestazioni/capacità. Nonostante analisti e vendor abbiano un parere contrario, e i prezzi del flash un giorno diminuiranno come per magia, la produzione mondiale di flash non è affatto parallela alla crescita dei dati globale. Si produce flash per supportare il 15% delle informazioni.
4) Quali sono le raccomandazioni per il cambiamento ai processi DevOps? Come deve adattarsi l’architettura storage?
Quando un’azienda adotta realmente DevOps, la situazione diventa più semplice. Tuttavia, adottarlo è l’elemento più complesso che prevede la lenta conversione dei vecchi processi manuali in processi automatizzati. Per supportare questa transizione, Infinidat mette a disposizione dei clienti dei “building blocks” automatizzati, che consentono di procedere con le attività di automazione appoggiandosi al team esistente, senza dover assumere nuovi sviluppatori dedicati. È possibile automatizzare tutto il provisioning e le assegnazioni storage utilizzando un’interfaccia command line identica su differenti sistemi operativi e con supporto completo a Kubernetes e una piattaforma di code sharing per condividere conoscenze e strumenti.
5) Uno dei problemi più sentiti dalle aziende oggi è la sicurezza IT, che ha un ruolo particolarmente importante nell’ambiente storage. Quali soluzioni storage possono rispondere a questa sfida?
Con il GDPR, la crittografia dei dati diventa una commodity. Molte aziende si sono focalizzate sulla crittografia dei dati “in rest”, ad esempio negli ambienti storage. Tuttavia, normative e data breach recenti hanno dimostrato come sia necessario adottare un approccio olistico alla sicurezza. Per questo, le norme di protezione si applicano anche ai dati “in flight”, ad esempio quando viaggiano in rete. Uno dei vantaggi più diffusi del Flash, il tasso elevato di compressione, viene quindi perduto, in quanto una volta crittografati i dati – e con il GDPR si intende tutti i dati personali – non possono più essere compressi e anche il risparmio sui costi non è più garantito. Inoltre, il diritto all’oblio rappresenta una sfida ulteriore, in quanto rimuovere tutti i dati legati a un individuo è un’attività complessa. I vendor di storage hanno quindi la necessità di sviluppare nuove soluzioni per superare gli ostacoli legati a un data management sicuro.