Affinché la trasformazione digitale possa portare innovazione e agilità al business, la sua esecuzione deve poggiare su una contestuale e necessaria evoluzione dell’infrastruttura IT aziendale. L’enorme mole di dati da gestire e analizzare nell’era digitale impone, per esempio, un importante ripensamento dello storage, per evitare che esso diventi il collo di bottiglia dell’intera infrastruttura informativa, vanificando gli sforzi di trasformazione.
Per soddisfare le esigenze di incremento di velocità e di riduzione della latenza per processare terabyte o petabyte di dati (entro il 2025 verranno generati complessivamente dati per un volume di 180 zettabyte, evidenzia IDC), le aziende stanno sempre più rivolgendo la loro attenzione (e spesa) verso sistemi di storage con tecnologia flash, soprattutto le soluzioni AFA (All-Flash Array).
Inizialmente sviluppata per memorie volatili ad altissime prestazioni, la tecnologia flash è evoluta negli anni fino a diventare un dispositivo storage di primo livello in grado di offrire non solo bassissima latenza, ma anche efficienza nei costi, grande affidabilità e flessibilità, adattandosi quindi a contesti d’applicazione aziendali e soprattutto a workload di nuova generazione, caratterizzati da una grande variabilità nella richiesta di risorse.
Una recente indagine condotta da IDC a livello mondiale su un campione di oltre 700 aziende di medie e grandi dimensioni ha evidenziato come principali criteri per l’adozione di soluzioni AFA proprio l’alta affidabilità (56% dei rispondenti), le performance in termini di latenza, throughput e banda (40%), la scalabilità (31%) e la consistenza delle prestazioni, ovvero la capacità di adattarsi alla variabilità dei workload in termini di I/O (30%), quest’ultimo un fattore estremamente importante in termini di differenziazione dai tradizionali sistemi di storage a disco.
Alla luce di tutto ciò, IDC prevede che il mercato AFA crescerà con un tasso annuale composto (CAGR) del 24,9% al 2020, sfiorando in quell’anno i 9 miliardi di dollari di valore. Si tratta del tasso di crescita più alto tra le varie voci che compongono il mercato dello storage enterprise, sottolinea IDC. Globalmente, questo crescerà con un CAGR del 2,8%, subendo l’andamento negativo di sistemi più tradizionali come gli storage array basati su HDD, che al 2020 faranno registrare un CAGR pari a -13,1%. IDC si aspetta che entro il 2020 oltre il 70% della spesa in storage primario sarà appannaggio dei sistemi AFA.
Lo storage flash gioca inoltre un ruolo molto importante anche per la diffusione in azienda delle soluzioni convergenti e iperconvergenti, in grado di concentrare in un unico sistema le tre componenti infrastrutturali di un data center (server, storage e networking), evitando il rischio di creare ulteriori silos e semplificandone la gestione. Per i sistemi iperconvergenti, IDC stima un CAGR al 2020 pari addirittura al 59,7%. Nell’ottica del percorso evolutivo delle infrastrutture IT aziendali, i sistemi convergenti e iperconvergenti facilitano la creazione e gestione di ambienti cloud rispondendo a esigenze di agilità, governance e controllo dei costi.
Il tema dell’evoluzione dell’infrastruttura IT e del ruolo dello storage flash e dei sistemi convergenti e iperconvergenti sarà trattato all’interno di un doppio evento organizzato da Dell EMC in collaborazione con IDC dal titolo “Accelera la trasformazione per migliorare il tuo business”.
Il doppio evento si terrà a Milano il 4 luglio e a Villafranca di Verona il 6 luglio e vedrà la partecipazione – come partner di Dell EMC – anche di Microsoft nella prima tappa e di Intel e VMware nella seconda tappa. Chairman del doppio evento sarà Sergio Patano, senior research and consulting manager di IDC Italia.