A cura di Gabriele Di Piazza, VP Products & Solutions, Telco NFV, VMware
Sebbene nel settore delle telecomunicazioni continuino a crescere le tecnologie software-defined, è ormai necessario che avvenga una trasformazione culturale, infrastrutturale e organizzativa di massa, sia all’interno dei provider di telecomunicazioni stessi che nella più ampia supply chain.
Ogni Communication Service Provider (CSP) sa che per sopravvivere è necessario essere veloci e agili. Ogni Service Provider deve diventare un fornitore di servizi di valore per i propri clienti; servizi che differenziano e migliorano l’esperienza del cliente. Questo è possibile solo attraverso un approccio software-defined, fornendo la velocità e l’agilità necessarie per offrire nuovi servizi personalizzati ai clienti velocemente, e più velocemente della concorrenza.
Naturalmente, evolvere da Service Provider tradizionale a operatore software-defined è un compito complesso: ogni progetto è unico e purtroppo non esiste un percorso già segnato da seguire. Eppure le mie conversazioni con i CSP mi confermano che ci sono tre elementi comuni da prendere in considerazione per una transizione senza problemi ed efficace.
1. Innovare l’infrastruttura esistente
Per fare il primo passo verso il software-defined occorre garantire che venga implementata l’infrastruttura corretta. Per i CSP questo significa introdurre una piattaforma di delivery del servizio virtualizzata e aperta che funge da strato di base su cui viene costruito un ambiente agile. Questo permette all’operatore di modificare sia la velocità che le dimensioni, con economics che funzionano.
Ma la realtà è che abbiamo spesso a che fare con investimenti legacy, motivo per cui ci si chiede: “Come faccio a innovare la mia attività, tenendo conto della tecnologia, delle reti e delle infrastrutture che ho attualmente?” Non fare nulla non è più un’opzione, quindi la scelta più efficace è costruire una nuova rete virtualizzata accanto alla rete legacy, facendolo in maniera modulare: mappare gli investimenti a reddito potenziale e valutare gli sviluppi futuri.
La creazione di questa piattaforma software-defined, la virtualizzazione delle risorse, della rete e dello storage e l’aggiunta di soluzioni di service management creano le basi per l’implementazione rapida di applicazioni e servizi. Ciò significa che quando un CSP vuole fornire un nuovo servizio l’agilità dell’infrastruttura gli consente di realizzarlo in giorni anziché mesi. Un chiaro vantaggio competitivo.
Una volta che l’Infrastruttura IT è implementata, le funzioni di rete possono essere portate a bordo rapidamente ed efficientemente garantendo agilità operativa, differenziazione del servizio ed efficienza dei costi. La virtualizzazione delle funzioni di rete (NFV) sta rapidamente diventando il tema chiave tra i CSP e gli architetti di rete. Per molti è percepita come il pezzo mancante del rompicapo per aiutare i CSP a spostare una funzione di rete da qualcosa di proprietario, e quindi tipicamente bloccato, a un cloud software-defined.
È questo contesto che aiuta anche a spiegare il motivo per cui il mercato della virtualizzazione nel settore delle telecomunicazioni è così maturo. I risultati della Accenture Enterprise Survey 2016 hanno rilevato che il 95% degli intervistati ritiene che i servizi di rete saranno virtualizzati entro i prossimi tre anni, e il 33% già utilizza tali soluzioni. Lo stesso rapporto ha anche riscontrato che l’89% ritiene che si evolverà presto verso un modello “as a service”.
2. Ripensare il modello operativo
Una trasformazione di successo richiede che i CSP modifichino il proprio modello operativo: evoluzione dei ruoli, della struttura organizzativa, delle competenze, dei processi e della cultura per riflettere il nuovo orientamento della società.
Con l’infrastruttura corretta implementata, la fase successiva per i CSP è ripensare il proprio core business, in modo che possano essere pienamente colte le opportunità offerte dall’era digitale.
Un’organizzazione a base di silos non funziona in un modello servizio-centrico. È necessaria una ‘convergenza’ di esperti IT con una visione più ampia della rete e dei servizi cloud che farà girare questa nuova infrastruttura. Questo significa allontanarsi dal tradizionale approccio a silos, in cui le operazioni di rete, ad esempio, devono prendersi cura dell’intero stack di rete, dall’hardware ai servizi, a un approccio più integrato, orizzontale, con ruoli ‘cross-domain’ volti a creare un rapporto molto più stretto tra architettura, ingegneria e team operativi.
Questo nuovo approccio unificato richiede nuove regole e modelli di engagement. Si basa sulla possibilità di costruire un ambiente in cui l’azienda può diventare più preziosa per i clienti, offrendo nuove funzionalità integrate costruite da squadre Dev-opps cost-effective che lavorano con l’IT per creare applicazioni e servizi innovativi su base regolare. I Dev-opps avranno un ruolo sempre più importante nel nuovo ordine mondiale di erogazione di un servizio più veloce e più innovativo.
3. Ripensare la cultura dall’interno verso l’esterno
Quando un’organizzazione diventa software-defined, la sua forza lavoro deve essere preparata per il passaggio da un focus hardware-oriented a reti IP software-defined, che è il motivo per cui la cultura è la componente chiave. Diventare software-defined, dopo tutto, richiede un insieme di abilità fondamentalmente diverse e un modo completamente nuovo di pensare. Il successo si basa sull’essere in grado di muoversi velocemente, innovando a seconda delle necessità. Questo è quello che si richiede per competere con i player OTT.
Per troppo tempo c’è stata una cultura per cui ogni nuova offerta veniva completamente testata, con la conseguenza di cicli che spesso duravano mesi prima di vedere la luce. Con la presenza di operatori OTT che possono creare contenuti e nuovi servizi per i clienti a grande velocità, le opportunità che un modello software-defined porta possono consentire ai CSP di essere più audaci, più ispirati e più innovativi; quindi più competitivi. È una mentalità che prevede un cambio di passo.
Naturalmente, la cultura di un’organizzazione non può essere modificata dal giorno alla notte, ma è importante che vengano fatti i passi necessari per garantire che tutti i dipendenti abbiano le competenze necessarie per sopravvivere in un mondo software-defined. Senza il giusto talento e una cultura che permette a questi talenti di crescere, le organizzazioni non saranno mai in grado di diventare veramente software-defined.
Tenere il passo in uno scenario in rapida evoluzione è una sfida, oggi più che mai. Essere in ritardo costa quote di mercato.
I CSP hanno bisogno di trovare nuovi e innovativi modi di reagire alle opportunità di mercato e di aumentare il valore agli occhi del cliente. Aziende rivoluzionarie come Skype, WhatsApp e Netflix hanno visto un’opportunità e l’hanno afferrata il più rapidamente possibile. Non sono qui per accaparrarsi semplicemente piccole quote di mercato dei CSP, sono qui per restare e sono diventati colossi nell’ecosistema delle telecomunicazioni.
L’attuale panorama dei CSP è testimonianza del fatto che le piccole “disruption” tecnologiche possono ottenere rapidamente abbastanza potere da destabilizzare operatori storici del mercato. Il tradizionale approccio arcaico CSP ha bisogno di tenere il passo con operatori più agili in grado di fornire nuove funzionalità al cliente nel giro di pochi giorni.
Le tecnologie software-defined presentano quello che molti descrivono come l’ultima opportunità per competere e fornire la qualità, la velocità, la scalabilità e la scelta dei concorrenti digitali. È tempo di decidere: essere in grado di guidare il cambiamento o continuare a subirlo.