Le attività svolte intorno a uno smartphone possono essere ascoltate (tramite il microfono dell’apparecchio), viste (tramite la sua telecamera) e registrate: lo smartphone passa così da essere un alleato che ci permette di rimanere perennemente in contatto con il mondo ad una vera e propria cimice controllata per via remota.
Le rivelazioni arrivano direttamente da Bruxelles, dove l’eurodeputato austriaco Paul Rübig (Ppe) presentando il rapporto sullo “spionaggio di massa” ha affermato con decisione che “Il microfono e la telecamera degli smartphone sono facilmente utilizzati in via remota per scopi di spionaggio” e a fare uso delle informazioni così acquisite non sarebbero solo le autorità pubbliche, ma anche terroristi o meri criminali.
In sostanza, gli smartphone possono diventare una sorta di cimice che effettua registrazioni ambientali di tutto ciò che avviene intorno a essi. E la “colpa”, se di colpa si può parlare, è degli utenti stessi, che spesso danno involontariamente l’autorizzazione a tale uso dello smartphone da parte di terzi, soprattutto quando scaricano applicazioni senza leggere attentamente le condizioni di uso. Queste funzionalità possono comunque essere direttamente parte del sistema operativo e dell’hardware di uno smartphone.
Come difenderci quindi? “L’unico modo per stare sicuri è togliere la batteria dal cellulare, sempre che non sia integrata, o lasciare il telefono in un’altra stanza” spiega Rübig.