Arbor Networks, la divisione sicurezza di NETSCOUT, ha rilasciato il 12° ‘Worldwide Infrastructure Security Report’, un documento che raccoglie le osservazioni degli esperti di reti e sicurezza che operano presso le maggiori organizzazioni aziendali e i principali provider di servizi di telecomunicazione, cloud e hosting a livello mondiale. Le tematiche affrontate sono molteplici: dall’identificazione delle minacce alla risposta agli incidenti informatici, passando per la definizione di servizi, personale e budget dedicati a tali attività. Il report illustra in particolare le problematiche operative associate alle minacce informatiche che gli operatori di rete affrontano quotidianamente e le strategie adottate per gestirle e mitigarle.
Dal report è emerso che con l’irrompere sulla scena dell’Internet of Things offre una nuova arma ai criminali informatici che riescono a sfruttare le debolezze intrinseche di questi dispositivi sul fronte della sicurezza. Il report quest’anno mostra in dettaglio il meccanismo d’azione delle botnet IoT, come ad esempio Mirai, e le modalità con cui gli aggressori informatici riescono a sfruttare e reclutare i dispositivi IoT. Crescono anche le dimensioni degli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service): il più grande attacco DDoS registrato quest’anno ha raggiunto gli 800 Gbps, con un aumento del 60% rispetto all’attacco più grande del 2015, che fu pari a 500 Gbps.
Principali dati emersi dall’indagine
L’innovazione e lo sfruttamento dei dispositivi IoT alimentano lo scenario degli attacchi DDoS: la comparsa di botnet capaci di sfruttare le debolezze intrinseche dei dispositivi IoT e la divulgazione del codice sorgente della botnet Mirai hanno accresciuto l’abilità degli aggressori informatici, aiutandoli a lanciare attacchi di grandissima portata.
Gamma: la massiccia espansione delle dimensioni degli attacchi è stata favorita da una maggiore attività mirata a tutti i protocolli di reflection-amplification, oltre che dallo sfruttamento dei dispositivi IoT quali strumenti di attacco e dall’introduzione delle botnet IoT.
• Da quando Arbor ha iniziato a pubblicare il report WISR nel 2005, la dimensione degli attacchi DDoS è cresciuta del 7900%, con un tasso annuo di crescita composto (CAGR) del 44%.
• Nei soli ultimi cinque anni, si è verificato un incremento del 1233%, con un CAGR del 68%.
Frequenza: come riferito dagli intervistati, le probabilità di subire un attacco DDoS sono più alte che mai.
• Il 53% dei service provider indica infatti di ricevere oltre 21 attacchi al mese, con un aumento del 44% rispetto all’anno scorso.
• Il 21% degli operatori di data center intervistati afferma di aver riscontrato oltre 50 attacchi al mese, cifra che lo scorso anno era stata segnalata dal solo 8% degli intervistati in questo settore.
• Il 45% degli intervistati che operano in ambito istituzionale (organizzazioni aziendali, enti governativi e istituti scolastici) riferisce oltre 10 attacchi al mese, con un aumento del 17% rispetto all’anno precedente.
Complessità: sta prendendo progressivamente piede l’impiego di molteplici vettori di attacco simultanei, mirati a colpire contemporaneamente diversi aspetti dell’infrastruttura della vittima. Estremamente efficaci e difficili da respingere, gli attacchi multivettore sono molto diffusi e richiedono un sistema di difesa agile imperniato su più strati.
• Il 67% dei service provider e il 40% degli intervistati che operano in ambito istituzionale riferiscono di aver assistito ad attacchi multivettore sulle proprie reti.
Le conseguenze degli attacchi DDoS diventano sempre più chiare: gli attacchi DDoS sono riusciti a bloccare l’accesso a molte importanti funzionalità del Web, provocando costi pari a migliaia o talvolta milioni di dollari e spingendo le dirigenze e i consigli di amministrazione delle aziende ad attribuire la massima priorità alla difesa contro gli attacchi DDoS.
• Il 61% degli operatori di data center dichiara di aver subito attacchi che sono riusciti a saturare completamente la banda.
• Il 25% dei data center e dei cloud provider ha dovuto sostenere costi superiori a 100.000 dollari a seguito di un grande attacco DDoS e il 5% cita costi superiori al milione di dollari.
• Il 41% delle organizzazioni istituzionali riferisce di aver subito attacchi DDoS in grado di eccedere la capacità di rete totale. Quasi il 60% degli intervistati di questo settore stima costi superiori a 500 dollari per ogni minuto di inattività.
La maggiore consapevolezza del rischio favorisce l’adozione di migliori strategie: dai risultati dell’indagine di quest’anno emergono una migliore comprensione del danno di immagine e delle spese operative conseguenti agli attacchi DDoS e una maggiore consapevolezza della necessità di adottare efficaci strategie difensive. A livello complessivo, in tutti i settori abbiamo assistito a un incremento dell’uso di soluzioni specifiche di protezione DDoS e metodi di difesa basati sulle best practice.
• Il 77% dei service provider intervistati è in grado di mitigare gli attacchi in meno di 20 minuti.
• Quasi il 50% degli intervistati che operano in ambito istituzionale ora esegue le simulazioni di difesa DDoS, nel 30% dei casi con frequenza almeno trimestrale.
• La percentuale di data center e cloud provider intervistati che utilizza i firewall a scopo difensivo contro gli attacchi DDoS è scesa dal 71 al 40%.
Ambito e caratteristiche demografiche dell’indagine
• I dati dell’indagine WISR si basano su 356 risposte ottenute da service provider di tier 1, 2 e 3, operatori di hosting, comunicazioni mobili e reti aziendali e altri tipi di operatori di rete di diversi paesi.
• Due terzi di tutti gli intervistati sono professionisti della sicurezza, della rete o delle operazioni.
• I dati si riferiscono al periodo compreso tra novembre 2015 e ottobre 2016.