A cura di Paolo Arcagni, Systems Engineer Manager Italy&Malta di F5 Networks
Secondo lo studio Visual Networking Index (VNI) recentemente pubblicato da Cisco, il traffico globale dei dati mobile crescerà di quasi 11 volte entro il il 2018 raggiungendo i 5,9 exabyte – con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 61%. Entro il 2018, inoltre, più di due terzi del traffico dati mobile al mondo sarà costituito da video, con un incremento di 14 volte rispetto a oggi e arrivando a rappresentare il 69% del totale traffico dati mobile.
I service provider che cercano di portare a termine il delicato bilanciamento fra un’esperienza utente positiva e la fidelizzazione dei clienti devono essere pronti al cambiamento.
La virtualizzazione delle funzioni di rete (NFV) è sempre più influente in questo contesto. Ciò che è in grado di migliorare l’orchestrazione delle applicazioni, la virtualizzazione, l’astrazione e la programmabilità ora vive una fase di forte richiesta; la società di ricerca 451 Group prevede che il mercato NFV raggiungerà nel 2017 un valore di circa 3,1 miliardi di dollari.
La NFV è un modello architetturale che consiste nella virtualizzazione di intere classi di funzionalità del nodo di rete in blocchi costruiti, che possono includere firewall virtualizzati, bilanciamento del carico, DNS e rilevamento delle intrusioni. Questi blocchi vengono poi collegati tra loro per creare servizi di comunicazione.
Ma mentre la NFV può essere implementata sulle reti esistenti, il punto principale resta che vantaggi possa trarre dal Software Defined Network (SDN). Entro il 2020, secondo SNS Research, le tecnologie SDN e NFV insieme permetteranno ai service provider (che operano sia via cavo che wireless) di risparmiare fino a 32 miliardi di dollari in investimenti annui CapEx.
Per prepararsi la strada, i service provider più furbi hanno già iniziato a studiare come consolidare e semplificare i servizi all’interno della loro rete S/Gi, che è l’interfaccia tra il Packet Data Network Gateway (P-GW) e Internet. La virtualizzazione e l’astrazione abilitano la virtualizzazione dell’architettura EPC (Evolved Packet Core). Un motore di orchestrazione intelligente può, successivamente, facilitare la gestione dinamica delle policy e una gestione del traffico flessibile e in tempo reale.
Un altro aspetto fondamentale è la virtualizzazione della rete e del piano di controllo del network S/Gi. È proprio qui che i servizi S/Gi interagiscono con elementi interni come le PCRF (Policy and Charging Rules Function) HSS e IMS attraverso le interfacce Diameter e SIP.
La virtualizzazione della RAN e di altre componenti fondamentali, nel frattempo, permette alle tecnologie NFV di accedere ai dati analitici per creare policy di orchestrazione dinamiche e flessibili. Tutto questo libera la rete consentendole di adattarsi automaticamente alla congestione, a modelli di traffico specifici, ai subscriber e alle aspettative di gestione delle policy applicative.
Il grande obiettivo è, in sostanza, diffondere i dispositivi e ottenere la libertà di abbandonare i servizi superflui in favore di più eleganti architetture standardizzate. Se questo viene fatto correttamente, i service provider possono ridurre le spese operative e di capitale, nonché costituire una base solida a partire da una piattaforma subscriber e application-aware in grado potenzialmente di controllare l’adozione delle tecnologieSDN/NFV.