A cura di Daniela Miranda, Regional Sales Director South Europe, INFINIDAT
Molte aziende stanno introducendo, nelle loro agende, nuove tecnologie “Software Defined” da integrare ai data center 3.0. Sono veramente in grado, i vendor, di fornire tutti i benefici di una piattaforma Software Defined Storage? Siamo capaci di aumentare la flessibilità, riducendo drammaticamente i costi e fornendo scalabilità e facilità di uso, che sono gli obiettivi primari di questo nuovo trend del futuro?
In teoria, il paradigma dello Software Defined Storage (SDS) è convincente, ma è necessaria molta cautela. Alcune soluzioni possono prevedere un risparmio hardware utilizzando un approccio SDS solo per il software; tuttavia, per ambienti aziendali, questi risparmi possono rapidamente dissolversi ed essere sostituiti da un costo complessivo di proprietà più elevato grazie ai costi indiretti di hardware extra, spazio di laboratorio, competenze storage e continuativi tempi di fermo che vanno a danneggiare il business. L’architettura pre-integrata di Software Defined Storage di Infinidat combina i vantaggi del SDS solo software con una consolidata esperienza nella creazione di sistemi di storage e nell’identificazione e correzione dei problemi prima che il sistema arrivi al data center del cliente, insieme ad un supporto di altissimo livello per gestire eventuali criticità che potrebbero verificarsi durante il ciclo di vita della soluzione. INFINIDAT sta offrendo una nuova scelta sul mercato: uno storage enterprise che è ultra flessibile, ad alte prestazioni e in grado di fornire una resilienza di 7×9 a un prezzo dirompente sia rispetto allo storage tradizionale, che a quello proprietario ma anche all’approccio “build-your-own SDS“. Le soluzioni INFINIDAT consentono ai clienti di ridurre al minimo il rischio e gli investimenti rispetto a SDS solo software, pur massimizzando il valore derivante dalla loro asset più importante: i loro dati.