A cura di AWS
Le migrazioni su larga scala verso AWS, conosciute anche come mass migration, stanno diventando sempre più comuni. Una volta che le imprese decidono di puntare sul public cloud, i responsabili business e IT di solito schiacciano il piede sull’acceleratore e vogliono sfruttare subito lo slancio al cambiamento. E questo a ragione, perché spostare migliaia di applicazioni sul cloud è un’impresa importante che può portare vantaggi sostanziali.
Ma mentre la velocità ha un’importanza cruciale, la possibilità di estrarre valore da questo cambiamento è offerta dalla pianificazione strategica della migrazione. Questo processo include la definizione del portfolio delle applicazioni rispetto agli obiettivi della strategia cloud, la definizione degli obiettivi operativi e delle landing zone, nonché la scelta del giusto approccio alla migrazione per ciascuna di queste.
Utilizzando un approccio strategico di pianificazione alle migrazione, le imprese avranno maggiori probabilità di ottenere i risultati che cercano nella migrazione verso AWS, siano essi risparmi significativi, maggiore flessibilità e agilità, tempi di commercializzazione più rapidi e potenziale innovativo – o una combinazione di questi risultati.
A tutta velocità con migrazioni business-driven
Nella nostra esperienza, una migrazione su larga scala improntata alle esigenze di business mette la divisione IT nelle condizioni di avere un impatto ancor più significativo di quanto è stato fino ad oggi. Questo tipo di migrazione può anche ridurre le barriere tra reparti e introdurre nuove possibilità di ottimizzare la performance delle applicazioni, migliorare il posizionamento dell’azienda sul mercato e/o avviare DevOps/DevSecOps in ambiente cloud.
Noi suggeriamo 4 passi per spostare su larga scala la propria infrastruttura su AWS.
1. Scegliere un piano di migrazione che sia allineato con la strategia cloud e gli obiettivi di business
Formula un piano di migrazione di massa di alto livello basato sulla strategia e gli obiettivi cloud complessivi dell’organizzazione. Non è necessaria un’analisi ultra dettagliata in questa fase – non è richiesta una precisione assoluta. Mentre l’azienda si avvicina alla migrazione, infatti, il suo business case muta. Inoltre, è importante assicurarsi che i manager di alto livello (i cosiddetti C-suite) siano coinvolti nella definizione del piano di migrazione o, quantomeno, la migrazione deve essere comunicata all’interno dell’azienda nel modo più ampio possibile. Far comprendere il valore del cloud agli stakeholder di riferimento consoliderà il supporto e la fiducia verso la migrazione del portfolio aziendale.
2. Definire gli obiettivi operativi e le landing zone delle applicazioni
Esamina il portfolio di applicazioni della tua organizzazione e il modello operativo che preferisci. Un modello operativo non è solo un registro organizzativo del framework dei processi, rappresenta invece una combinazione di componenti che definiscono come il lavoro viene effettuato. Il passaggio al cloud permette a molti di questi componenti di diventare automatizzati; questi cambiamenti non accadono da soli e richiedono un’attenta riflessione e pianificazione.
Utilizzare le applicazioni che si sono identificate e i principi guida del modello operativo per definire le zone di destinazione all’interno dell’architettura cloud di AWS. Queste landing zone definiscono essenzialmente i modelli e le funzionalità delle architetture delle applicazioni di alto livello a cui si scegli di allineare ciascuna applicazione del proprio portfolio. L’allineamento di un’applicazione a una zona di destinazione avrà implicazioni diverse ad esempio sull’approccio alla migrazione, sul livello di impegno richiesto, sui rischi / benefici e sulle tempistiche relative alla migrazione della stessa applicazione.
Il nostro team ha definito un framework per la definizione delle landing zone, con più livelli dettagliati all’interno di ciascuna, basati sui modelli applicativi e sui livelli di ottimizzazione e agilità cloud preferiti dai nostri clienti. Il framework include le seguenti categorie di landing zone:
Minimum Viable Product (MVP) — Si occupa di incorporare applicazioni non strategiche che devono essere conservate, messe in standby o archiviate. Le applicazioni vengono ospitate all’interno di questa zona per migrare sulla nuvola al costo più basso e con il minor sforzo.
Enterprise-Grade — Applicazioni che hanno bisogno di elevata disponibilità, backup regolari e requisiti di sicurezza più avanzati. Possono esserci in questo caso requisiti e opportunità per un replatform (ad esempio, modificare l’architettura delle applicazioni e i processi operativi) per consentire la migrazione o sfruttare alcune caratteristiche del cloud.
Optimized for Cloud — Applicazioni che possono subire refactoring e persino essere rielaborate per la nuvola. Questo comprende il refactoring di un’applicazione dettato dall’ottimizzazione dei costi, dalle prestazioni, dalla resilienza e / o dall’agilità – così come applicazioni che possono essere ricreate per il cloud utilizzando un approccio serverless che sfrutti AWS Lambda e Amazon API Gateway. Il livello di refactoring/rearchitecting di un’applicazione dipende sia dalla condizione tecnica e funzionale della stessa, sia dal livello di ottimizzazione selezionato all’interno del framework.
Idealmente, un’azienda stabilirà un insieme standard di landing zone e avrà un’idea generale delle capacità del cloud che vuole sfruttare prima di iniziare a pianificare in modo dettagliato la migrazione. Ciò consentirà ai team di allineare le applicazioni al metodo di migrazione corretto, ai profili di costo e ai modelli di valore.
3. Creare un centro cloud di eccellenza
Crea un team cloud che acceleri la migrazione e abiliti l’adozione del cloud in tutte le unità aziendali. Questo gruppo di specialisti può essere costituito da risorse con competenze in architettura cloud, sviluppo di applicazioni, sicurezza e altre aree – essere interno all’azienda o essere fornito da provider esterni. Ovviamente, è necessario ricordare che qui non parliamo solo di tecnologia! I cambiamenti del modello operativo del Cloud, i piani di sviluppo delle competenze e la gestione dei cambiamenti sono anch’essi fondamentali per il successo della trasformazione verso il cloud e possono essere orchestrati anche dal CoE.
4. Valutare le applicazioni e pianificare la migrazione
Classifica le applicazioni in modo da allinearle con gli obiettivi di migrazione e le landing zone appropriate. Fare domande come: quali sono le applicazioni più strategiche? Quali sostengono le revenue attuali e future? Quali applicazioni possono offrire vantaggi aggiuntivi oltre i risparmi sui costi sfruttando le nuove funzionalità del cloud?
Utilizzare il livello di allineamento per valutare la complessità della migrazione, il rischio e i costi e quindi assegnare a ciascuna applicazione un metodo di migrazione. Ad esempio, le applicazioni identificate come MVP potrebbero avere bisogno solo di un rehost per ottenere un risparmio sui costi, mentre quelle identificate per l’ottimizzazione richiederanno investimenti in rearchitecting per le nuove caratteristiche del cloud.
Infine, stabilire un piano che comprenda diverse linee di migrazione (veloce, medio e lento) con la possibilità di eseguirle in parallelo dove dipendenze e bundle di applicazioni lo consentano.
In sintesi, affrontare il momentum della migrazione su larga scala è impegnativo. Un allineamento accurato della strategia del cloud, degli obiettivi di valore e del piano di migrazione – abbinato alla disponibilità dell’azienda al passaggio al cloud – è la ricetta per il successo.