Solamente il 6% dei responsabili ICT della pubblica amministrazione italiana ritenga l’attuale infrastruttura dati adeguata a consentire il raggiungimento degli obiettivi di trasformazione strategica.
Lo ha rivelato Pure Storage, specialista in soluzioni dati che fornisce una data experience moderna, che in un sondaggio effettuato su responsabili Ict senior della pubblica amministrazione ha evidenziato come in Italia l’infrastruttura dati esistente comprometta l’agilità operativa (76%), contribuisca all’aumento dei costi operativi (73%), crei problemi di compliance (73%) e riduca la capacità di rispondere alle aspettative dei cittadini (78%).
Questi dati sono stati pubblicati da Pure Storage all’interno di un nuovo report intitolato “Data-Driven Transformation in Europe”, realizzato con l’obiettivo di scoprire lo stato attuale dei progetti di trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni centrali di tutta Europa.
Progressi nella trasformazione digitale
La ricerca riporta come in Italia solo il 44% dei progetti ICT pubblici attuali – la percentuale più bassa di tutta Europa – sia giudicata pienamente in linea con le aspettative e in via di completamento nei tempi e nei budget stabiliti.
Un migliore utilizzo dei dati è stato identificato come elemento essenziale affinché la PA centrale possa promuovere il cambiamento al proprio interno, aderire ai mutamenti delle policy e migliorare i risultati per il cittadino. Tuttavia, nonostante il riconoscimento del ruolo dei dati come fattore di abilitazione primario, le infrastrutture legacy limitano potenzialmente questi progetti.
Miglioramento dei risultati per il cittadino
L’87% è consapevole di come i dati siano uno strumento in grado di trasformare le esperienze dei cittadini, mentre l’88% a propria volta ritiene che ciò possa generare fiducia nei confronti della pubblica amministrazione.
Data la crescita continua delle aspettative dei cittadini, l’utilizzo di dati viene ritenuto essenziale per il miglioramento delle seguenti aree:
· Il 50% afferma che i dati sono stati importanti per realizzare un servizio efficiente per i cittadini;
· Il 38% dichiara che la realizzazione di un servizio affidabile, ininterrotto e ottimizzato per il mobile dipenderà dai dati;
· Il 52% ritiene che i dati possano aiutare a creare un’esperienza semplice e lineare per gli utenti;
· L’85% dei responsabili ICT della pubblica amministrazione italiana è convinto che la propria infrastruttura legacy stia frenando il progresso della trasformazione digitale;
· Il 90% dei responsabili ICT della PA italiana ritiene di aver bisogno di passare ad un’infrastruttura IT più veloce e flessibile.
Promozione dei cambiamenti interni
Come accade con i risultati per i cittadini, l’impiego dei dati è stato identificato anche come uno strumento in grado di aiutare la pubblica amministrazione a prepararsi al futuro in condizioni sempre più difficili. In un’epoca nella quale i budget continuano a ridursi, quasi la metà (40%) degli intervistati ritiene di poter fare un uso migliore di dati e analytics per conseguire risparmi e produrre più valore. Un ulteriore 54% ha dichiarato che questo permetterebbe di migliorare anche il processo decisionale real-time.
Adesione ai cambiamenti di policy
Esiste una serie di altri fattori che sta rendendo sempre più urgente il rinnovamento delle strategie e delle infrastrutture dati da parte della PA, come l’obbligo di seguire un approccio “cloud first” (29%), le valutazioni da parte del pubblico e le crescenti aspettative dei cittadini (40%), la necessità di una maggior collaborazione e il passaggio verso un’amministrazione “connessa” (42%).
Ostacoli alla trasformazione
Il 67% ha intenzione di rinnovare la propria strategia dati e la relativa infrastruttura nell’arco dei prossimi due anni per supportare meglio gli obiettivi strategici del proprio ufficio. Tuttavia, gli ostacoli maggiori posti su tale percorso sono gli investimenti nelle infrastrutture dati (85%), gli investimenti nelle applicazioni (71%), i processi legacy e la mancanza di agilità (85%), assieme alla carenza di esperienze e competenze digitali (83%).