Il 20 aprile è stato inaugurato a Carini, in provincia di Palermo, il Data Center di Open Hub Med. Un’infrastruttura tecnologica nata per rendere l’Italia il ponte tra le reti Internet delle aree Asia, Middle East, Nord Africa e la Big Internet Europea.
Su una superficie di 1000 m2, il Data Center è progettato con i più avanzati sistemi tecnologici, per garantire continuità di servizio e scalabilità delle infrastrutture interne e della potenza elettrica nel tempo.
Si tratta di una realizzazione unica nel suo genere, la cui progettazione è stata curata da In-Site, realtà specializzata proprio nella progettazione e realizzazione edile ed impiantistica dei Data Center. Pietro Matteo Foglio, Ceo di In–Site, non nasconde la soddisfazione per il risultato raggiunto. Anche perché, proprio per la qualità del lavoro svolto, i fondatori dell’iniziativa hanno accolto In-Site tra i soci dell’iniziativa. Un successo che premia il lavoro dell’intero team e che, come spiega lo stesso Foglio, “conferma il nostro consolidamento e ci ha spinto a potenziare ulteriormente l’organico per essere in grado di rispondere alle domande sempre più complesse di un mercato particolarmente esigente. Senza dimenticare che questo progetto si estenderà, progressivamente, anche alla Puglia e alla Lombardia e noi vogliamo essere pronti a fornire il nostro contributo al Consorzio Open Hub Med”.
Per In-Site si tratta di una svolta significativa. Cosa avverrà nei prossimi mesi?
“Noi possediamo ora 4,76% del capitale sociale e abbiamo portato in dote expertise significative all’interno del Consorzio. I Big Data Center, come quello di Carini, sono molto affascinanti per un progettista, perché hanno una notevole complessità e stimolano tutti i nostri specialisti a confrontarsi con la necessità di individuare sempre le migliori tecnologie presenti sul mercato. Maturiamo così un forte esperienza, nella doppia veste di fornitore e di cliente, che possiamo sfruttare in tutti i progetti in cui siamo impegnati. Proprio il ruolo di clienti di noi stessi, inoltre, ci permette di confrontarci con le esigenze del mercato anche da un punto di vista diverso da quello del comune progettista. Il tutto con l’obiettivo di dare il massimo al minor costo per il Consorzio”.
Questo anche perché i Data Center stanno cambiando rapidamente rispetto al passato. Dal suo osservatorio privilegiato quali trend sta individuando?
“Oggi viene prestata sempre più attenzione alla corretta progettazione dei Data Center, che hanno un crescente valore strategico, ma anche di immagine. Sempre più spesso, oltre a mostrare gli uffici ad un potenziale cliente o ad un investitore, i responsabili di un’azienda sono chiamati a presentare anche il proprio Data Center, con l’obiettivo di dimostrare l’attenzione riservata alle nuove tecnologie di elaborazione dei dati digitali.
Questo nuovo approccio sta favorendo la realizzazione di Data Center profondamente diversi rispetto a quelli del passato. Un’attività nella quale si è specializzata In-Site che, oltre alla progettazione, cura anche la realizzazione dal punto di vista edile ed impiantistico, attraverso un’autentica fornitura chiavi in mano”.
Qual è il valore aggiunto nella realizzazione di un Data Center “chiavi in mano”, rispetto alla scelta di affidarsi a singole aziende specializzate?
I Data Center rappresentano oggi il cuore ed il cervello di un’azienda. Per questa ragione ogni singolo dettaglio deve essere curato con la massima attenzione. Il fatto di avere un unico interlocutore rappresenta, per un’azienda cliente, un significativo risparmio in termini di tempo. Inoltre avendo maestranze, interne o esterne, abituate da tempo a lavorare in sinergia possiamo operare al meglio e individuare insieme la soluzione a fronte di eventuali difficoltà, evitando qualunque problema legato all’assunzione delle singole responsabilità.
Accanto agli aspetti propriamente tecnici e tecnologici, quali sono i fattori che differenziano un moderno Data Center?
L’aspetto architettonico sta assumendo un valore fondamentale, in quanto oggi i Data Center hanno assunto valore anche dal punto di vista dell’immagine. Per questa ragione, accanto agli ingegneri, nel nostro studio operano anche architetti, in grado di studiare esteticamente un progetto, trasmettendo una migliore immagine aziendale e valorizzando un brand. Avere una visione complessiva del Data Center, all’interno del quale infrastrutture ed impianti vengono progettati in sinergia, permette di coniugare le esigenze tecniche e quelle estetiche, con risultati straordinari anche dal punto di vista della funzionalità.
Cosa significa tutto questo in concreto?
L’esempio di Novartis Vaccines & Diagnostic è emblematico. L’azienda aveva la necessità di far vedere e monitorare visivamente le infrastrutture a tecnici e clienti. Consentire l’accesso ad un Data Center, però, comporta sempre una serie di problematiche dal punto di vista della sicurezza, soprattutto in un ambiente come quello farmaceutico. Allo stesso tempo, per i tecnici che devono operare all’interno, con temperature basse ed il costante ronzio delle ventole di raffreddamento, l’ambiente di lavoro non è sicuramente dei più salutari. Da qui l’idea di realizzare una parete interamente vetrata, che consente una visione ottimale degli ambienti interni, pur senza accedervi direttamente. Una simile scelta, per quanto particolarmente gradevole dal punto di vista estetico, non risponde però ai requisiti di sicurezza in caso di incendio. La parete vetrata, infatti, non è in grado di bloccare le fiamme. Da qui l’idea di realizzare una serie di pareti mobili Rei che, in caso di allarme incendio, si chiudono automaticamente garantendo così più elevati livelli di sicurezza.
Una simile soluzione, però, comporta un aumento dei costi e non è sempre alla portata delle piccole e medie aziende che necessitano di un proprio Data Center…
Sull’aspetto dei costi, in realtà, bisognerebbe riflettere con maggiore attenzione. Il costo maggiore di un Data Center, infatti, non è rappresentato dalla struttura edile e impiantistica, ma dalle apparecchiature informatiche e, soprattutto, dai costi di gestione e manutenzione. Per questo, anche senza ricorrere a soluzioni spettacolari come quella di Novartis, avendo una visione completa dell’intera infrastruttura, siamo particolarmente attenti a quelli che saranno i successivi costi, anche in considerazione dell’evoluzione dell’azienda.
Proprio la capacità di prevedere il futuro, soprattutto per quanto riguarda i Data Center, rappresenta un aspetto molto delicato. Come affrontarlo?
È questo, indubbiamente, uno degli aspetti più difficili da interpretare in fase di progettazione. Per questa ragione, ancor prima di iniziare l’attività, è necessario un serrato confronto tra progettisti e proprietari, per definire quali potrebbero essere i futuri scenari. Solo a questo punto si può dare il via ai lavori, che devono essere più rapidi possibile per sfruttare tempestivamente le nuove opportunità. Al tempo stesso, però, il progettista deve saper creare strutture sufficientemente flessibili per potersi espandere, ma in alcuni casi anche contrarre, in funzione delle reali necessità. Il tutto prestando attenzione agli aspetti di efficienza energetica e di sicurezza. Si tratta di un equilibrio difficile da raggiungere e per il quale non esiste un approccio univoco. Per questa ragione la sensibilità e l’esperienza dei progettisti assumono un’importanza fondamentale.
Lei ha parlato più volte di efficienza e di flessibilità. Quale ruolo assume, invece, la sicurezza?
Sicuramente fondamentale, poiché un Data Center, nel corso della propria storia, può essere esposto alle situazioni più svariate: dai tentativi di manomissione alle inondazioni. Senza dimenticare incidenti, apparentemente banali, come la rottura di un tubo, che può danneggiare in modo irreparabile server sui quali sono salvati dati di notevole importanza. Per questa ragione, oltre al backup, è importante che l’impiantistica sia sviluppata in modo ottimale, prevenendo qualunque rischio. Per tale ragione, ad esempio, quando non è possibile realizzare Data Center ai piani sopraelevati, occorre prevedere adeguati impianti di sollevamento dell’acqua e, comunque, non posizionare le apparecchiature di refrigerazione sulla verticale rispetto ai server.
Nella progettazione di un Data Center, quali sono gli errori da non commettere?
È fondamentale che Facility Manager e responsabile It, oltre alla proprietà, dialoghino sistematicamente per individuare soluzioni che rispondano alle esigenze di entrambi. Sarebbe sbagliato focalizzarsi solo su alcuni aspetti. Occorre invece individuare sempre un punto di equilibrio, sfruttando anche l’esperienza del progettista. Ma credo che l’errore più grave sia quello di affidarsi esclusivamente alla consulenza del proprio installatore di fiducia. Queste figure professionali, infatti, possiedono un’elevata competenza e sanno operare molto bene nel proprio ambito. In molti casi, però, non sono aggiornati sulle nuove opportunità offerte dalla tecnologia e, per questa ragione, rischiano di suggerire soluzioni poco innovative. Il compito di buon progettista, invece, è quello di garantire la necessaria flessibilità e la capacità di sfruttare tutte le opportunità tecnologiche di crescita.
Lei ha parlato di flessibilità e di opportunità di crescita. Queste, però, sono tipicamente le qualità indicate da chi offre i servizi in Cloud. Perché, oggi, realizzare un proprio Data Center e non affidarsi ad una soluzione interamente gestita da terzi?
Noi abbiamo realizzato Data Center anche per le aziende che offrono servizi Cloud, quindi conosciamo esattamente i due ambiti. Prima di compiere qualunque scelta, dobbiamo considerare la realtà del territorio italiano, dove le connessioni a banda larga non sono sempre garantite. Così come serviranno altri 10 o 15 anni per poter disporre di servizi capaci di rispondere a una serie di esigenze specifiche. Il Cloud, quindi, è una realtà. Ma, in molti casi, la disponibilità di un Data Center locale rimane ancora fondamentale. L’esempio più classico è quello del mondo industriale, dove la gestione degli impianti non può tollerare nessun ritardo indotto dalla Rete.
Un’ultima domanda riguarda la scelta dei fornitori di componentistica. Su quali brand orientarsi?
È questo uno dei temi più delicati per un progettista. In molti casi, infatti, sarebbe più facile scegliere un unico fornitore da cui acquistare tutta la componentistica, sfruttando anche la possibilità di ottenere sconti maggiori. Non dobbiamo però dimenticare che ogni Data Center ha esigenze specifiche e, per questa ragione, non possiamo pensare che un vendor possa avere sempre tutte le risposte dal punto di vista tecnologico e dell’ assistenza. Per questa ragione ritengo sia invece fondamentale che il progettista sia costantemente aggiornato su tutte le offerte di mercato e sia in grado di scegliere, caso per caso, la soluzione ideale. Soluzione che, in alcune realtà, può anche essere monobrand. Consideri però, ad esempio gli Ups: noi valutiamo ogni volta 15 diversi fornitori, perché la tecnologia è in continua evoluzione e le soluzioni proposte sul mercato possono cambiare anche a distanza di pochi mesi.