Rimane poco più di anno alle imprese pubbliche e private per adeguarsi al nuovo Regolamento sulla protezione dei dati personali, e cresce il numero dei professionisti che scommettono sulla privacy per avere una carta in più da giocare nel mercato del lavoro.
Se a decorrere dal 25 maggio 2018 l’Autorità Garante potrà iniziare a sanzionare le violazioni sulla base del Regolamento UE 2017/679, con multe che potranno arrivare fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo dei trasgressori, le aziende hanno infatti necessità di avvalersi di esperti della materia per farsi trovare conformi entro la scadenza, e le ultime statistiche indicano che c’è un notevole aumento di professionisti che ambiscono a specializzarsi nella data protection:
a dicembre 2016 erano complessivamente 1.302 i partecipanti in 33 edizioni svolte finora dei corsi di Federprivacy, registrando un +28,6% rispetto all’anno precedente. Sul totale di coloro che hanno frequentato i percorsi formativi, 188 hanno ottenuto l’Attestato di Qualità dei servizi ai sensi della Legge 4/2013, e ben 301 hanno invece già conseguito la certificazione di Privacy Officer dell’ente TÜV Italia, che rilascia il riconoscimento in conformità agli standard internazionali della Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024:2012.
“A parte gli ottimi risultati ottenuti finora, ciò che dimostra come si stia ormai affermando una vera e propria categoria professionale, è il fatto che a 2017 appena iniziato non siamo riusciti a far fronte regolarmente a tutte le richieste ricevute – spiega Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy – in pochissimo tempo ci sono arrivate più di 200 nuove domande di iscrizione alla nostra associazione, e per questo chiediamo ai nuovi associati un po’ di pazienza per darci modo di evadere tutte le adesioni pervenute, con le quali ci attestiamo adesso vicino a quota 1.500 iscritti. Inoltre, nelle ultime settimane abbiamo visto andare al completo tutte le edizioni del nostro corso Master Privacy Officer in calendario nel primo semestre. Ovviamente, questo fenomeno è dovuto al nuovo fabbisogno di esperti generato dal GDPR, ma soprattutto al fatto che migliaia di aziende pubbliche private devono nominare un data protection officer.”
A proposito di quest’ultima figura, poiché il testo della nuova normativa comunitaria non detta soglie fisse o parametri chiaramente definiti, eccetto che per le pubbliche amministrazioni nelle quali il DPO è tassativo, Federprivacy ha emanato la circolare di approfondimento “Casi di nomina obbligatoria del responsabile della protezione dei dati nel Regolamento UE 2016/679”, elaborata per aiutare le imprese a determinare se ricadono o meno nell’obbligo del data protection officer.
Quello delle circolari, è un nuovo strumento che d’ora in poi sarà fornito gratuitamente agli associati nell’area riservata del sito www.federprivacy.it, con l’intento di fornire mensilmente approfondimenti e/o chiarimenti sui temi della protezione dei dati di maggiore interesse per gli addetti ai lavori.