La Gran Bretagna si sta muovendo nella direzione di rafforzare i suoi apparati di cyber sicurezza. A dirlo è Ciaran Martin, il nuovo numero uno del NCSC, il National Cyber Security Center britannico, il centro nato per difendere le infrastrutture critiche e governative da attacchi informatici.
Un ottavo del prodotto interno lordo del Regno Unito proviene dall’economia digitale, la percentuale più alta del gruppo del G20 delle economie industrializzate. Proteggere le transazioni on-line, garantire la crescita economica e proteggere la sicurezza nazionale sono tutte priorità del governo inglese a detta di Martin. A maggior ragione dopo l’annuncio che è aumentato di circa il doppio il numero dei cyber incidenti che hanno messo in pericolo la sicurezza nazionale, per un totale che si aggira intorno a circa 200 al mese.
Si tratta di violazioni che spesso utilizzano tecniche non molto sofisticate, come dimostra l’attacco subito dalla società di telecomunicazioni TalkTalk, che ha visto in campo una tecnica che risale alla fine degli anni ’90. Attacchi semplici dal punto di vista tecnico, ma che stanno facendo un sacco di danni.
La nuova strategia utilizzerà tecnologie per automatizzare le difese contro i cyber attacchi non sofisticati ma di elevato volume. Un meccanismo di cyber difesa che Martin ha definito “attiva”, ma con un significato diverso da quello che gli viene attribuito negli Stati Uniti, dove il termine è utilizzato per riferirsi ad azioni di persecuzione degli hacker nelle loro reti.
Il focus per il momento ruota attorno ai network governativi ma l’ambizione del NCSC è di lavorare anche con i service provider per fermare l’abuso di alcuni protocolli per reindirizzare il traffico.