A cura di
Davide Vento, Business Manager Italy della divisione Components di WD
Un recente sondaggio globale dedicato alle cause della perdita di dati, ha evidenziato come la principale sia un malfunzionamento dell’hardware, con una percentuale ben superiore alle altre opzioni. Sarebbe facile a questo punto attribuire il grosso delle problematiche di questo tipo all’hard disk, ovvero il singolo elemento in cui i dati vengono tipicamente conservati.
Parlando in termini assoluti, questo non può essere certo una sorpresa, visto che il numero di hard disk meccanici in circolazione è ancora infinitamente superiore rispetto alle memorie a stato solido, che continuano ad essere meno convenienti in termini economici e di capacità. Considerando questo, è normale che la probabilità di perdita dei dati sia superiore laddove questi risiedono, ovvero principalmente su hard disk meccanici appunto.
Detto questo, dobbiamo anche aggiungere che la qualità degli hard disk meccanici migliora di anno in anno grazie ad una continua ottimizzazione dei processi produttivi. In particolare, secondo Warranty Week, è proprio WD ad avere il failure rate più basso tra i produttori di HDD meccanici. Chi non migliora è destinato a chiudere o ad essere acquisito, anche per logiche di masse critiche di costi/produzione.
Non dobbiamo dimenticare che si parla comunque di un componente meccanico, e quindi soggetto a guasti anche se in misura sempre minore. Per questo, noi di WD sottolineiamo da sempre l’importanza dell’educazione al backup, e come il modo più sicuro di non perdere i dati sia quello di proteggerli con gli strumenti che abbiamo a disposizione, ovvero gli hard disk più affidabili, ma anche adeguati processi di backup. Un backup programmato e continuo rimane lo strumento più efficace per proteggere i propri dati.