Il processo di digitalizzazione prosegue anche in Italia, talvolta seguendo un percorso tortuoso, altre volte più fluido. A spingere le aziende alla rincorsa della tecnologia, ci ha spiegato Simone Casadei Valentini, Direttore Progettazione – Assistenza – Formazione
Area Imprese e Commercialisti di Passepartout, sono alcuni disposti normativi che inaugurano un percorso virtuoso, nonché i vantaggi insiti nella tecnologia stessa.
È questo, ad esempio, il caso del cloud, che ha subito una spinta forte spinta dall’onda della fatturazione elettronica e che sta crescendo sempre di più anche tra le piccole e medie imprese italiane, fino a qualche anno fa ancora scettiche a proposito di ‘nuvola’.
“La fatturazione elettronica – esordisce Casadei Valentini – è stato un driver importantissimo in favore del cloud. Le aziende infatti hanno ragionato sul fatto che l’emissione delle fatture elettroniche è strettamente legata alla connessione internet. Molte realtà hanno perciò preferito passare al cloud perché il timore di rimanere senza connessione è oggi stato superato in virtù del miglioramento delle reti italiane, ma soprattutto perché offre una serie di servizi ormai indispensabili. I numeri di Passepartout confermano questa tendenza: nel 2018 le installazioni cloud sono cresciute del 18%. In dieci anni, dal 2008 a fine 2018, Passepartout ha registrato 2.000 clienti in cloud mentre negli ultimi 5 mesi, dopo l’entrata in vigore della fatturazione elettronica, abbiamo raggiunto quota 4.632 clienti cloud attivi e contiamo di arrivare entro fine anno a 5-6 mila”.
In futuro pensate di transitare tutta la vostra offerta sul cloud o manterrete anche la parte on-premise?
“Stiamo mantenendo anche la parte on-premise, ma quello a cui stiamo assistendo, soprattutto nei settori Ho.Re.Ca. e Retail è una tendenza verso forme di cloud ibrido: il nostro programma funziona anche offline, ma quando è online (circa nel 99% del tempo) i servizi a disposizione dell’azienda come aggiornamento, backup ecc. crescono. Ci sono una serie di servizi, quindi, che solo il cloud può dare. In questi settori è fondamentale lavorare anche in assenza di connettività (si pensi nel retail alla necessità di continuare ad emettere scontrini e fatture sempre e comunque) ma con il cloud si può usufruire di una serie di vantaggi esclusivi.
Nel settore dei commercialisti, invece, il cloud è abbracciato nella sua totalità”.
Ma quali sono i vantaggi di gestire la contabilità in cloud?
“Innanzitutto il cloud svincola dalla necessità di gestire dispositivi hardware presso la propria sede, eliminando una serie di investimenti iniziali e regalando un’estrema flessibilità e scalabilità al cliente.
Un’installazione cloud è inoltre molto più sicura ed inattaccabile; le aziende si stanno sempre più rendendo conto che in casa non è possibile gestire i dati in maniera altrettanto sicura.
Il terzo vantaggio è che con il cloud gli aggiornamenti sono scaricabili in tempo reale al rilascio della nuova versione da parte del vendor.
Il cloud inoltre regala la possibilità di accedere ai dati anche da un client mobile, in qualsiasi posto e da qualsiasi dispositivo. Una situazione ben diversa da quella delle installazioni locali, che necessitano di un sistemista capace di preparare l’installazione ad una esposizione esterna.
Nel mondo dei commercialisti, inoltre, il cloud permette ai clienti di collegarsi all’installazione del professionista. Passepartout con Passcom Fattura Self offre infatti un client specializzato per la fattura elettronica che opera sulla stessa installazione del commercialista. Una installazione on-permise nello studio dovrebbe essere super performante per gestire anche più di 300 connessioni contemporanee sullo stesso server, mentre nel cloud Passepartout diventa semplice gestire i picchi lavoro di tanti dispositivi che stanno emettendo contemporaneamente fatture elettroniche”.
Come si diceva, molte aziende oggi si affidano al cloud perché lo ritengono più sicuro. Passepartout come gestisce la sicurezza dei propri sistemi?
“Passepartout sta lavorando tantissimo sul fronte delle certificazioni. Inizialmente abbiamo ottenuto la certificazione ISO:9001 e, da più di un anno, possiamo vantare anche la certificazione ISO:27001. Oggi stiamo lavorando per ottenere un’ulteriore certificazione, la CSA STAR, a garanzia di una ancora maggiore sicurezza.
Sul fronte della tecnologia, dotiamo ovviamente le nostre server farm in Europa, di tutti gli strumenti necessari a garantire la più elevata sicurezza in ottica multi-cloud”.
Il dilagare del cloud impone anche un ripensamento del ruolo del partner di canale. È così?
“Assolutamente sì. Dal 1° luglio 2019 Passepartout ha imposto una serie di vincoli affinché anche il partner adotti le soluzioni cloud di Passepartout anziché dotarsi autonomamente di una sua server farm. Passepartout infatti crede profondamente nel proprio cloud e vuole che anche i suoi partner ci credano. Una misura che va ovviamente a tutela della qualità del servizio, perché Passepartout punta tutto sull’affidabilità dei propri data center.
I partner quindi devono seguire la nostra proposta, che c’è ed è certificata”.
Quali strumenti offre Passepartout ai suoi partner?
“Una delle implicazioni più evidenti dell’affermarsi del modello cloud è che il partner deve orientarsi sempre di più verso la vendita del servizio. Se un tempo supporto ed assistenza telefonica erano un accessorio che incidevano poco sul fatturato, oggi non è più così. Oggi il cliente è disposto ad investire su un servizio di qualità ed i partner devono attrezzarsi, orientarsi verso la vendita del servizio, organizzarsi per creare personalizzazioni e verticalizzazioni ai propri clienti.
PassBuilder, il tool di sviluppo integrato ai nostri ERP, e tutti gli strumenti di personalizzazione a disposizione dei partner Passepartout funzionano sia dentro il cloud sia fuori dal cloud. Il partner può quindi arricchire un’installazione anche in cloud, come prima faceva in locale. Con PassStore, il nostro marketplace online che raccoglie tutte le PassApp realizzate da Passepartout e dai suoi partner è inoltre possibile intensificare l’efficacia commerciale di una soluzione poiché il partner ha a disposizione una cassa di risonanza considerevole e un numero altissimo di potenziali clienti che ogni giorno transitano dal nostro store.
La nostra forza è che ogni installazione continua ad avere le proprie peculiarità, le proprie personalizzazioni, tarate sulla realtà aziendale, anche in cloud”.
A Passwor[l]d 2019, la vostra annuale partner convention, avete parlato anche di integrare le vostre soluzioni con sistemi di intelligenza artificiale…
“A Passwor[l]d2019 Passepartout ha mostrato un prototipo di interazione delle sue soluzioni gestionali con Alexa, ma potenzialmente con gli smart speaker di qualsiasi vendor.
Colleghiamo Alexa tramite PassBuilder creando una sinergia tra il cloud di Amazon e gli strumenti di verticalizzazione di Passepartout. Sembra quasi un gioco, ma con Alexa è possibile parlare con il gestionale senza mouse e tastiera, ad esempio “comandando” al programma di fare un ordine o di creare un nuovo articolo.
Il sistema si trova ancora in una versione beta ma le potenzialità sono molto interessanti”.
Questo tipo di applicazioni suscitano interesse da parte delle aziende?
“La gente al giorno d’oggi è abituata ad interagire con Alexa, tanto è vero che nel mondo ci sono oltre 180 milioni di smart speaker. Le aziende, come è avvenuto per i social e per il cloud, sono ancora restie ma oggi gli smart speaker sono diffusissimi e pensiamo che a breve potrebbe nascere l’esigenza di introdurre questo strumento anche all’interno dei gestionali.
Qualche primo tool uscirà già dopo l’estate e da settembre i partner potranno fare delle verticalizzazioni che utilizzano Alexa”.
Per concludere, una battuta sullo scontrino elettronico, obbligatorio dal 1°luglio 2019 per le aziende con un fatturato superiore ai 400.000 euro e che dal 2020 sarà obbligatorio per tutti. Come si posiziona Passepartout?
“Passepartout sta lavorando molto su questo fronte e per la parte Ho.Re.Ca. e Retail siamo già molto avanti, avendo interfacciato già tutti i principali produttori di quelle stampanti fiscali che sono alla base del processo.
Nella gestione dello scontrino elettronico la stampante fiscale svolge un ruolo fondamentale e questo a mio avviso è un po’ limitante. I produttori non sono in grado di evadere gli ordini e, ad oggi, sono poche le aziende che hanno ricevuto il nuovo Registratore Telematico (RT), tanto che lo Stato ha predisposto una moratoria di sei mesi.
La moratoria prevede che, chi non ha ancora attivato i registratori telematici RT, potrà certificare i corrispettivi memorizzando gli stessi con i registratori di cassa già in uso o con l’emissione di ricevute fiscali.
Torniamo quindi in auge noi come software house che dobbiamo predisporre lo spesometro anche per i corrispettivi.
Questa défaillance dei fornitori di hardware auspichiamo porti ad una gestione software anche dello scontrino elettronico, così come già avviene per la fatturazione elettronica”.
Ma lo scontrino elettronico sarà un ulteriore driver per la trasformazione digitale delle imprese italiane?
“Lo scontrino elettronico darà sicuramente un ulteriore slancio al digitale. Le disposizioni normative danno sempre una forte spinta all’innovazione perché le aziende colgono l’occasione per dotarsi di sistemi gestionali più all’avanguardia.
Infatti il Ministero delle Finanze, con l’introduzione dell’obbligo della fatturazione elettronica, ha registrato un aumento inaspettato del gettito IVA. Chi prima non faceva fatture ora le fa e il processo è sempre più virtuoso perché il numero delle fatture continua a crescere. Gli scontrini elettronici rafforzeranno ulteriormente questo trend.
Passepartout tra qualche settimana rilascerà PassBill, il nuovo terminale per emettere gli scontrini che si collega a tutti i Registratori Telematici e che permetterà a PassCom e Mexal di interfacciarsi con l’Agenzia delle Entrate.
Abbiamo quindi tutte le offerte: per gli specialisti Ho.Re.Ca., Retail e per i prodotti dedicati ad imprese e professionisti di Passepartout”.