Non è questione di se, ma di quando. Stiamo parlando di Cloud, il fattore abilitante che sta alla base di tutte le nuove tecnologie (AI, machine learnign, Big Data, Blockchain, Chatbots, Data Lake, Micro services) che oggi sono all’origine della digital disruption che sta sconvolgendo il mondo.
A dirlo è Oracle, che ha sottolineato come da qui al 2020 molti contratti di outsourcing si andranno a chiudere costringendo le aziende ad una scelta obbligata: quella di migrare sulla “nuvola”, con tanto di passaggio di datacenter.
Il mercato
Che il cloud si trovi ad un momento di svolta, d’altronde lo dice anche il mercato. Secondo Assiform, che ha registrato una ripresa dell’Ict attestandolo al +2,3%, il cloud rappresenta una fetta pari al 23%, un numero ancora basso rispetto alla spesa complessiva degli investimenti, ma che dimostra la sempre maggiore consapevolezza delle aziende italiane della necessità del cloud, con i prossimi 18-24 mesi che saranno cruciali.
La consapevolezza del cloud come strada inevitabile da percorrere emerge anche da una ricerca Oracle sullo IaaS (Infrastructure-as-a-Service): quasi la metà delle aziende campione prevede di gestire la propria infrastruttura in cloud nei prossimi tre anni.
D’altronde tutti i processi all’interno dell’azienda sono ormai rivisti in ottica cloud, come dimostra un recente studio del MIT che evidenzia come un tema molto forte nell’ambito della digital transformation sia quello della revisione dei processi Finance e HR in ottica cloud per avere il dato disponibile in real time e a favore di una maggiore collaborazione.
I numeri di Oracle
Oracle cavalca l’onda con un fiscal year 2017 chiusosi a maggio e che ha registrato 5 miliardi di dollari di business in cloud. Solo nell’ultimo quarter il cloud ha generato un profitto pari a 1,4 miliardi, mentre sempre nello stesso arco di tempo il SaaS (Software-as-a-Service) è cresciuto del 75%. E teniamo presente che il SaaS trascina tutto il resto.
“Il cloud di Oracle in Italia ha registrato una crescita a tre cifre: sono centinaia i clienti, più di 500.000 i clienti attivi e la base installati è molto cresciuta – spiega Fabio Spoletini, Country Manager Oracle Italia -. Nel nostro Paese l’adozione di Oracle Cloud è partita con le HR e ora stiamo spingendo sul marketing, che sta diventando uno dei motori più importanti, e si va anche verso gli ERP”.
La strategia
Forza di Oracle è la completezza dell’offerta che comprende DaaS, PaaS, IaaS e SaaS: “siamo fornitori cloud con un’ampiezza di portafoglio unica”.
Oracle permette il passaggio verso il cloud proponendo sei modelli che vanno incontro alle esigenze di ciascuno, sei percorsi su misura.
“Lo IaaS di Oracle è basato su tre data center per Region. Il vero differenziatore del nostro IaaS è il network: tutte le risorse sono collegate da cavi mentre l’SDN è guidato da software cablato nella scheda di rete”. La virtualizzazione sta dunque dentro il network stesso, garantendo prestazioni, sicurezza e flessibilità.
Per Giovanni Ravasio, Country Leader Application, “la crescita che stiamo avendo in Italia è importante sugli applicativi, e si avvicina al raddoppio ogni sei mesi”. “Abbiamo ampliato la base installata e stiamo facendo tutto in Public Cloud, cioè applicativo in cloud completamente gestito dal fornitore del servizio in cloud”.
“Il cloud si adotta in modalità vanilla – conclude Spoletini -, cioè non customizzato o customizzato il meno possibile, se non nell’ultimo miglio. I clienti devono capire che il cloud non richiede customizzazioni. E’ se mai l’ultimo miglio e l’integrazione a dare quel fattore fondamentale di differenziazione”.