Il 29 novembre 2015 è la data entro la quale l’NSA dovrà cessare la raccolta dei metadati relativi alle conversazioni telefoniche dei cittadini statunitensi.
Dopo la proroga di 180 giorni fissata lo scorso mese di giugno, ora è stata ufficializzato il termine che dovrebbe porre fine definitivamente all’epoca del Datagate.
L’annuncio arriva dall’Office of the Director of the National Intelligence, che porta così a compimento la nuova disciplina voluta dall’amministrazione Obama con l’approvazione del Freedom Act a inizio maggio, con la quale si imponeva alla National Security Agency lo stop alla raccolta libera e incontrollata dei metadati telefonici, lasciandole la possibilità di richiederli alle compagnie telefoniche solo in caso di esigenze di indagine.
Con questo nuovo annuncio si risponde all’incognita sul destino delle vecchie registrazioni. Dal 29 novembre l’organismo d’intelligence americano non potrà più accedere ai dati del passato: questi saranno a disposizione solo del “personale tecnico”, che potrà lavorarvi per tre mesi per verificarne la coerenza e l’integrità, in vista degli strascichi dei processi ancora in corso pendenti sulla stessa NSA, al termine dei quali occorrerà procedere alla cancellazione.
Se di certo questi nuovi atti non rappresenteranno la fine della sorveglianza di massa del popolo statunitense è anche vero che si comincia ad andare in una direzione dove esiste un maggiore equilibrio tra le esigenze di sicurezza nazionale e quelle di tutela della privacy.