Di Paolo Arcagni, Systems Engineer Manager Italy&Malta di F5 Networks
Il fascino della NFV sta crescendo significativamente presso la comunità dei carrier. Solo un anno fa, i service provider che avevano avviato delle implementazioni commerciali di NFV si potevano contare sulle dita di una mano, nonostante molti avessero già intrapreso delle proof of concept (POC). Ora queste POC si stanno trasformando in vere e proprie implementazioni.
Il punto è che i service provider stanno rapidamente realizzando che, sebbene inizialmente il vantaggio e il driver principale nell’adozione della virtualizzazione fosse la riduzione di CAPEX e OPEX, oggi i benefici più interessanti riguardano la possibilità di effettuare il deployment di un network maggiormente flessibile, programmabile, agile e vantaggioso dal punto di vista economico.
Oggi è fondamentale abilitare una rete flessibile dove sia possibile automatizzare in modo rapido ed efficace l’installazione di nuove applicazioni e servizi basati sulle richieste degli abbonati in tempo reale. I service provider hanno quindi compreso che, per guadagnare una quota di mercato consistente e affrontare la crescita costante nella richiesta di nuovi servizi che proviene dall’azienda e dai consumatori, devono ripensare l’architettura della propria rete.
Qui entra in gioco la NFV, fornendo la possibilità di trasformare l’architettura di rete in modo da promuovere una costante evoluzione e soddisfare così la domanda crescente di servizi innovativi attraverso nuovi casi d’uso che permettono ai service provider di essere competitivi e offrire ai propri abbonati i servizi quando e dove desiderano.
I casi d’uso della NFV
L’esempio principale di applicazione della NFV è il Virtual CPE (Customer Premises Equipment).
Sfruttando la virtualizzazione delle funzioni di rete le soluzioni vCPE consentono di installare, configurare e gestire da remoto una grande varietà di funzionalità e servizi che un tempo richiedevano piattaforme hardware dedicate. Strumenti on promise del cliente come i firewall, i server DNS e gli Application Delivery Controller sono ospitati nel data center che viene fornito ‘as a service’.
Le aziende che vogliono aggiungere DNS, servizi di firewall, o aprire un nuovo ufficio in remoto, possono semplicemente accedere a un portale web e fare clic sul servizio che desiderano. In pochi minuti, il servizio è disponibile e pronto per l’utilizzo immediato.
Dal punto di vista del service provider, questo provisioning automatizzato è in grado di ridurre significativamente i costi operativi, in quanto non sussistono più truck roll costosi e time consuming o problemi di pianificazione nel rendere disponibile un nuovo servizio.
Esistono diversi altri casi d’uso interessanti per i service provider in termini di applicazione della NFV, ad esempio la virtualizzazione delle Gi-LAN, che comprende la virtualizzazione degli elementi di rete come la gestione delle policy, i firewall di rete, gli ADC, l’ottimizzazione di DNS e TCP, o la virtualizzazione del Evolved Packet Core (EPC) o della rete IMS.
Concludendo, è quindi evidente come l’era della NFV sia finalmente arrivata! Lo dimostra anche un’indagine promossa da IHS Infonetics che ha rivelato come tra i service provider che oggi controllano il 43% degli investimenti di telecomunicazioni in tutto il mondo, il 95% abbia già implementato la NFV o pensi di iniziare a farlo nel 2016. E, se guardiamo alla fine del 2017, questa percentuale arriva addirittura al 100%!