Ci credereste? In Italia i dipendenti possono scegliere quando iniziare e finire la propria giornata lavorativa e decidere autonomamente da dove lavorare.
Lo dicono i risultati di uno studio di IDC, che ha analizzato a livello europeo le strategie aziendali relative a tecnologia e forza-lavoro.
Commissionato da Dell Technologies e VMware, il report evidenzia come il 55,56% delle imprese italiane (small-medium ed enterprise) offre – o sta pianificando di offrire – ai propri dipendenti un orario di lavoro flessibile, mentre il 44,44% si sta concentrando sulla location.
A quanto pare, infatti, le aziende italiane si scoprono orientate verso politiche concrete di smart working e lo sta facendo dietro Francia (56,36%) e Repubblica Ceca (50,91%), ma davanti a Paesi come Spagna (42,86%) e Germania (45,28%).
In particolare, i risultati rivelano complessivamente che solo il 29% delle aziende ha adottato una strategia orientata al “Future of Work”, ossia un approccio integrato che ha l’obiettivo di mettere l’innovazione e gli strumenti digitali al servizio del potenziale dei collaboratori e dell’azienda stessa.
Dall’Italia evidenze incoraggianti
Tuttavia, per quanto riguarda l’Italia, le evidenze emerse sono singolarmente incoraggianti. La ricerca “Future of Work” ha, infatti, svelato che il 50% delle imprese del Belpaese ha già avviato programmi di smart working, con un ridisegno contestuale degli spazi di lavoro.
In questo scenario, oltre il 46% delle imprese italiane ha iniziato ad adottare nuove policy di sicurezza per essere in linea con i nuovi stili di lavoro.
L’Italia è leggermente sotto la media europea (48%), con l’Inghilterra che guida la classifica (64,41%), seguita dalla Germania (56,6%). Fanalino di coda la Polonia, con appena il 37% delle aziende impegnate a interpretare il binomio tra sicurezza ICT e nuove dinamiche lavorative.
Per il 37,04% delle imprese italiane, il miglioramento dell’equilibrio tra vita lavorativa e privata dei propri dipendenti è uno degli obiettivi principali dei programmi di smart working. Si tratta di una cifra ampiamente sotto la media europea (quasi 40%) e molto distante dai livelli registrati in Spagna (53,57%), Germania (49,06%) e Inghilterra (47,46%).
Tra voglia di ridurre i costi e paura per sicurezza e governance
Molto più sentito, per le imprese nostrane, l’elemento dell’efficientamento dei costi, prioritario per il 48,15% del panel intervistato (40,16% la media europea).
Tra le barriere che rallentano l’adozione di progetti legati allo smart working in Italia si segnalano timori legati ad aspetti come sicurezza, privacy e governance aziendale.