Siamo nell’era del web 3.0, dove ad essere interconnessi non sono più documenti o persone, ma dati. Dati che possono portare con sé un grosso potenziale qualitativo, oltre che quantitativo.
Gli open data sono destinati a generare un mercato diretto di oltre 8 miliardi nel 2020 solo in Italia, 325 miliardi di euro in Europa nell’arco dei prossimi cinque anni (2016-2020) tra mercato diretto e indiretto, con una crescita del 37% dal 2016. Numeri impressionanti, raccolti da uno studio dell’Unione Europea, che rivelano come ad essere interessati saranno tutti i settori, a partire dalla pubblica amministrazione.
I primi timidi passi in questa direzione si stanno già muovendo, tanto è vero che nel Regno Unito negli ultimi tre anni sono state create circa 400 nuove applicazioni usando questo tipo di dati, che però possono essere sfruttati a pieno solo qualora si intervenga a mettere ordine in questo sterminato caos con modelli precisi: ecco allora che entrano in gioco i linked open data, un modello aperto dove ad ogni singolo dato viene fatto corrispondere un identificativo univoco (URI).
Cosa sono i linked data
Il web dei linked data è governato dagli standard RDF (Resource Description Framework, un metodo per descrivere e linkare i dati sul web) e SPARQL (un linguaggio standard per descrivere e collegare le informazioni sul web).
I dati RDF possono poi essere immagazzinati e gestiti all’interno dei così detti graph database, che hanno la capacità non solo di consolidare qualsiasi numero di dataset in un’unica base consistente, ma anche di ricordarne la sorgente e capirne il significato per mezzo di vocabolari e ontologie, attraverso linguaggi dedicati, dando origine a vere e proprie knowledge base che permettono di “ragionare” sui dati creando ulteriore nuova conoscenza che può essere interrogata in ogni momento per qualsiasi uso vorrà farne ogni singola organizzazione.
Chi è LinkedData.Center
Per fare fronte a queste nuove esigenze nel 2015 è nata LinkedData.Center, una start up con sede a Lecco e un laboratorio in ricerca e sviluppo che ha base a Esino Lario (un paesino sulle sponde del lago che questo giugno ospiterà l’edizione 2016 di Wikimania), che propone un servizio a livello globale che offre alle aziende di qualsiasi dimensione, agli sviluppatori e alle strat up un accesso semplice ai link open data per il business.
“Offriamo istanze private e sicure di graph database che le aziende possono usare come private e crypted SPARQL endpoint – spiega Enrico Fagnoni, presidente e founder della società -. Le imprese sono così abilitate a utilizzare e produrre Linked Data”.
LinkedData.Center rende disponibile un graph database pronto all’uso in modalità
as a service con un accesso SPARQL privato e conforme ai più recenti standard rilasciati dal W3C (World Wide Web Consortium). LinkedData.Center permette, inoltre, di automatizzare l’inserimento dei dati utilizzando agenti software (ingestion API) sviluppati nei propri laboratori. Questo è fondamentale per un utilizzo estensivo e affidabile dei tanti dataset già disponibili in rete.
Il servizio è offerto con un modello as-a-Service tramite cloud, con tutti i vantaggi collegati alla nuvola.
I dati sono caricati mediante un tool di ingestion che consente ad ogni singola azienda, attraverso una semplice configurazione, di dire al servizio quali dataset caricare, come, con che frequenza e quando. Altra caratteristica importante è che le API sviluppate nei laboratori di Esino Lario per questo tipo di operazione si basano su standard aperti e pubblici.
LinkedData.Center garantisce, infine, un servizio protetto da password e su canali criptati.