[section_title title=Parte 2]
Contenuto (la risposta)
La risposta è l’ultima fase rispetto alla quale è ancora possibile fare dei controlli di sicurezza. Bisogna confrontare la durata prevista e la tipologia di dati rispetto a ciò che realmente torna indietro dopo la call dell’applicazione o dell’API. Valutare i dati sensibili rispetto al carico utile per capire se possono essere indicativi di problematiche o malfunzionamenti nel flusso in entrata. Assicurarsi che la risposta attesa corrisponda alla richiesta. Ad esempio: se la richiesta riguardava informazioni sui prodotti, ha senso che la risposta contenga un mucchio di dati sui clienti? Allo stesso modo, se la richiesta riguarda i dati di un singolo cliente, la risposta non dovrebbe contenere l’elenco completo dei clienti!
È anche rispetto a questa fase che un intermediario intelligente può distinguere se il client sta subendo o meno un attacco DDoS HTTP. Attraverso la comprensione del contesto del client, gli intermediari possono valutare se le richieste stanno arrivando troppo velocemente o se le risposte vengono accettate troppo lentamente. Le deviazioni dai tassi di trasferimento previsti possono indicare che il client è coinvolto in un tentativo di consumare le risorse in modo che avvenga un’interruzione del servizio.
La frequenza con cui vengono attaccate le applicazioni web è in aumento, insieme ad altre tipologie di attacco. Per questo i responsabili della sicurezza devono rimanere vigili nel tentativo di sradicare le fonti di potenziali disastri prima che raggiungano con successo le informazioni maggiormente critiche sull’azienda e sui consumatori gestiti attraverso l’applicazione.
Uno sviluppo sicuro contribuisce molto nel percorso di prevenzione di un numero significativo di attacchi, ma non si è mai troppo prudenti. La prevalenza di attacchi zero-day e le nuove tipologie rendono, infatti, difficile per gli sviluppatori scoprire, affrontare e fissare una vulnerabilità prima che possa essere sfruttata.
Sia che si stia utilizzando la sicurezza delle applicazioni web come tappabuchi per dare agli sviluppatori (o ai vendor, nel caso di vulnerabilità legate alla piattaforma applicativa), più tempo per risolvere una criticità, sia che la si adotti come prima linea di difesa dall’ondata crescente di attacchi alle app web, seguire le tre C della sicurezza delle app web sicuramente migliorerà la propria impostazione di sicurezza e fornirà una migliore protezione complessiva del web e delle API.