Entro il 2025, in tutto il mondo verranno generati dati per un volume di 180 zettabyte, prevede IDC. Si tratta di un universo digitale 20 volte più grande di quello misurato nel 2015 dalla stessa IDC.
Del resto, il footprint dati del singolo individuo sta crescendo e continuerà a crescere in modo esponenziale grazie a nuovi dispositivi personali, nuovi ambienti intelligenti, nuovi ruoli, ma anche nuove regolamentazioni che promuovono una sempre maggiore democratizzazione del dato. A loro volta, le imprese stanno moltiplicando questi ecosistemi di dati per creare valore, aumentare l’efficienza, realizzare nuovi prodotti e servizi.
Nell’era della digital transformation, la raccolta, organizzazione e soprattutto analisi dei dati svolge un ruolo sempre più centrale nelle aziende non soltanto per abilitare nuovi modelli di business, ma anche per determinare nuovi vantaggi competitivi. In questo contesto, e proprio per far fronte all’espansione senza precedenti dell’universo digitale, sempre più organizzazioni stanno incorporando le potenzialità espresse dall’intelligenza artificiale e dalle tecnologie cognitive per modificare processi consolidati e ridefinire ruoli aziendali, con un impatto che si estenderà non soltanto nell’ottimizzazione della produzione ma anche nel flusso stesso dei modelli decisionali.
Un’indagine condotta da IDC su un campione di imprese italiane e proiettata sull’universo delle realtà italiane con più di 50 dipendenti evidenzia una nuova e forte propensione all’utilizzo del cognitive computing come strumento di business. Tre, in particolare, le evidenze emerse in questa survey di IDC:
• oltre l’80% delle imprese italiane con priorità legate al miglioramento dei processi sta pianificando il roll-out delle prime applicazioni basate su tecnologie cognitive a 12-24 mesi;
• oltre il 75% delle imprese italiane con priorità legate al miglioramento incrementale di prodotti e servizi sta prendendo in considerazione la possibilità di impiegare tecnologie cognitive;
• oltre il 70% delle imprese che stanno attraversando processi di trasformazione dell’organizzazione o di sviluppo di nuovi prodotti/servizi sta già impiegando soluzioni e tecnologie di tipo cognitivo.
La Digital Transformation è diventata un orientamento strategico essenziale in moltissime imprese, determinando un sostanziale investimento non soltanto in nuove tecnologie, ma nel ridisegno e rinnovamento dei processi aziendali più consolidati. Il cognitive computing, tra queste nuove tecnologie, promette di apportare miglioramenti che vanno ben oltre le mere esigenze di automazione dell’IT, impattando profondamente sulle fasi di discovery e analisi dei dati, sui processi decisionali e quindi sul business aziendale.
“From Data to Business Discovery – Il Cognitive Computing come strumento per il Business” è il titolo del secondo appuntamento annuale con Insightful Business 2017, l’evento organizzato da IBM in collaborazione con IDC che toccherà Roma il prossimo 21 settembre. Esperti di IBM e analisti di IDC spiegheranno ai CIO e ai responsabili IT le sfide che attendono le aziende italiane nei prossimi anni e, attraverso best practice e casi studio, i vantaggi competitivi conseguibili con l’utilizzo delle tecnologie cognitive.