Un’indagine condotta da Idc su 400 aziende americane con oltre mille dipendenti posiziona Ibm al primo posto tra i fornitori di IaaS (Infrastructure-as-a-Service) in termini di preferenze, davanti a Google, Microsoft e Amazon – che si attestano, rispettivamente, alla 5°, 6° e 7° posizione. I fornitori di cloud computing sono stati giudicati per la qualità del servizio dal punto di vista della disponibilità, della velocità di provisioning, della semplicità e del costo complessivo.
Secondo lo studio, gli acquirenti premiano nel complesso Ibm – le cui piattaforme IaaS si basano su SoftLayer e sui Cloud Managed Services – per la capacità di fornire servizi di infrastruttura, su cloud pubblico o privato, con maggiore efficacia. L’azienda ha ottenuto il 35% dei voti, mentre Microsoft e Google non sono andati oltre il 16%, e Amazon si è fermata al 13%.
“Riteniamo che l’analisi di Idc, basata sulle effettive preferenze dei clienti, sottolinei la leadership generale di Ibm nel settore – ha commentato Jim Comfort, General Manager Cloud Services, Ibm Gts –. Qui Ibm investe miliardi di dollari per offrire ai clienti il portafoglio ‘as a service’ più completo del settore, comprensivo di servizi di infrastruttura (IaaS) e piattaforma (PaaS), oltre che di soluzioni di business (SaaS)”. “Recentemente – continua Comfort – abbiamo ampliato il numero di datacenter cloud nel mondo, messo a disposizione degli sviluppatori le nostre soluzioni middleware e gli ambienti di sviluppo e facilitato l’accesso ai servizi cloud di Ibm e del nostro ecosistema di partner attraverso un marketplace online. Le imprese si affidano a Ibm per gestire la trasformazione dei processi e dei modelli di business, dando luogo all’era del cloud ibrido”.
Oltre al primo posto in classifica generale, Ibm è stata giudicata leader in sei degli otto settori trattati dallo studio – finanza, manifattura, sanità, servizi professionali, commercio all’ingrosso e al dettaglio e pubblica amministrazione – posizionandosi inoltre tra i primi tre nei trasporti e nelle telecomunicazioni. L’azienda è inoltre l’unico fornitore a collocarsi tra i leader in un così alto numero di aree senza mai scendere al di sotto del terzo posto.
Preferenza per i full-service
La maggior parte degli intervistati, pari al 52%, ha indicato una forte preferenza per i fornitori ‘full-service’ come Ibm, in virtù dell’ampiezza dell’offerta – servizi professionali, consulenza, integrazione sistemi, ambienti di sviluppo e test per soluzioni software personalizzate – necessaria per sostenere gli acquirenti nel passaggio verso i servizi cloud. Meno del 5% del campione ha preferito provider di servizi online quali Amazon o Google.
Un altro risultato chiave dello studio è che, per avere successo in futuro, i fornitori di servizi cloud devono guardare costantemente avanti. Infine, gli attori che competono sul mercato dei servizi cloud dovranno costruire il proprio modello di business secondo una struttura simile al modello di fornitura di servizi della fabbrica automobilistica, che prevede un solido ecosistema, un app store localizzato, una supply chain di servizi digitali integrata e una ‘cloud factory’ composta da PaaS, IaaS e SaaS.