Se è vero che i confini della tecnologia sono praticamente infiniti è pur vero che non bisogna farsi trascinare dai facili entusiasmi di chi crede che la tecnologia, da sola, possa risolvere tutti i problemi con una sorta di bacchetta magica.
Ci troviamo in un’epoca di fortissima trasformazione, dove le aziende si apprestano, chi prima e chi dopo, a fare il loro salto verso la digitalizzazione, ed oggi più che mai occorre capire in che modo questa tecnologia di cui disponiamo può davvero migliorare non solo le performance delle aziende in termini di fatturato e di market share, ma anche le condizioni e le modalità di lavoro di miliardi di lavoratori in tutto il mondo.
In questo scenario un ruolo di primo piano è occupato dall’intelligenza artificiale, forse un po’ per suggestioni arcane insite nell’animo umano e forse anche per le potenzialità che questa tecnologia contiene in se stessa. Un concetto, quello delle macchine capaci di agire autonomamente (ad esempio risolvendo problemi o compiendo azioni), nato già negli anni ’50 nella sua forma primordiale ma che adesso si sta affermando in maniera sempre più concreta, suscitando da un lato timori ma dall’altro anche interesse per il tipo e la quantità di vantaggi ad essa legati.
Una recente ricerca condotta nel 2017 da Ricoh e Censuswide su 3.600 dipendenti di aziende in tutta Europa ha sottolineato come proprio l’intelligenza artificiale goda di particolare fiducia da parte dei lavoratori, con il 62% del campione che si aspetta un impatto positivo sul proprio modo di lavorare.
Ed in effetti la questione si fa di primissimo piano se pensiamo che entro il 2030 l’intelligenza artificiale è pronta a trasformare l’economia europea cubando circa 2,5 trilioni di dollari (fonte PwC).
L’AI porterà alla rapida trasformazione di un numero ampio di settori come ad esempio l’automotive e il mondo della produzione industriale dove oltre a sfruttare la grande quantità di dati generati nei processi produttivi, il monitoraggio e l’autoapprendimento renderanno tali processi più prevedibili e controllabili. Una trasformazione non da poco, che impatta sull’intera organizzazione con la necessità di ridisegnare le strutture, i modelli di business e dei processi che li eseguono portando alla creazione di nuovi posti di lavoro e una spinta all’andamento economico generale.
Ma, passando dalla teoria alla pratica, quali saranno alcuni dei reali benefici che è possibile prevedere con l’affermarsi dell’intelligenza artificiale?
Un primo significativo cambiamento sarà l’arrivo dei così detti robot-worker. Finora si sono già visti utilizzare i chatbot da diversi marchi nei loro flussi di lavoro del servizio clienti, ma le potenzialità sono senza dubbio maggiori e culminano nella nascita di una nuova forza lavoro generata dal computer per automatizzare semplici compiti computazionali, conformemente anche alle esigenze dei lavoratori che nella ricerca Ricoh e Censuswide sottolineavano il bisogno di una maggiore automatizzazione dei processi (67% in Italia, in linea con la media europea). Le prime avvisaglie di questo fenomeno sono già facilmente osservabili nell’automazione del flusso del lavoro.
Il ruolo dell’IA sarà anche importantissimo per il miglioramento dei processi aziendali. L’IA infatti ha un vantaggio fondamentale rispetto all’intelligenza umana e cioè quello di esaminare praticamente in tempo reale un’enorme quantità di dati. Man mano che gli algoritmi di intelligenza artificiale avanzano portando ad un apprendimento automatico più veloce si creano le opportunità per utilizzare l’IA a supporto dei processi decisionali. L’IA quindi consentirà all’uomo di prendere decisioni migliori e basate sui dati, quindi più informate.
L’IA avrà infine un impatto molto forte anche sul modo in cui le informazioni si spostano all’interno dell’organizzazione. IA e tecnologia robotica permetteranno l’automatizzazione di compiti routinari come la compilazione di moduli con un passaggio dalla carta al digitale. Tali processi saranno razionalizzati a livelli attualmente inimmaginabili, con conseguenti implicazioni per i flussi di lavoro di un’azienda. Si raggiungeranno nuovi livelli di efficienza.
E’ chiaro quindi, a questo punto, che le aziende devono impegnarsi seriamente per considerare l’impatto dell’IA sul loro settore, prendendo anche in considerazione il fatto che i modelli di business andranno progressivamente scardinandosi con la necessità di essere completamente ripensati per portare l’economia globale ed il benessere dei lavoratori ad un nuovo livello. Non una magia, ma un’evoluzione progressiva frutto di un’intelligenza che per certi versi resta ancora prerogativa solo umana.