Garantire potenza computazionale, flessibilità e semplicità d’uso alle imprese. È questo l’obiettivo di Nutanix, azienda software nata nel 2009 che sin da subito ha voluto rivoluzionare il concetto di data center privato, offrendo un sistema iperconvergente in grado di ridurre la complessità e i costi di una soluzione on-premise. L’idea era infatti quella offrire alle aziende i tipici vantaggi del cloud pubblico nel data center privato di un’organizzazione.
Come?
Unendo le componenti di un data center tradizionale (virtualizzazione, connettività, computing, storage e server, elementi spesso forniti da diversi vendor) all’interno di un unico sistema gestito da un software univoco. In particolare viene ripensata la logica di data center stesso dove lo stack server, storage e computing sono insiti in un apposito sistema hardware su cui un’unica piattaforma di gestione permette di ottenere una maggiore customer experience e superare i silos informativi stratificati nel tempo. Si viene così a creare un’infrastruttura “invisibile”, sempre disponibile, scalabile e di più facile gestione. La soluzione progettata permette anche all’impresa cliente, oltre che affidarsi a Nutanix direttamente per la parte hardware, di scegliere qualunque fornitore disponibile sul mercato.
“L’hardware è diventata una commodity, quello che fa la differenza è il software – ha spiegato Alberto Filisetti, Country Manager di Nutanix Italia facendo un paragone con il mondo automobilistico. – La Tesla ha sempre 4 ruote e un volante come tutte le altre automobili, solo che a differenza di queste ultime, le vetture ideate da Elon Musk sono governante dal software e non dalla meccanica”.
Ma quindi conviene avere una soluzione cloud o on-premise?
“Ad oggi è più economico adottare una soluzione on-premise iperconvergente di ultima generazione rispetto al cloud pubblico. E’ opportuno però affidarsi alla nuvola in determinati casi dove si evidenziano picchi di lavoro come ad esempio nel periodo natalizio o per il lancio di nuove iniziative su cui bisogna valutare il loro impatto prima di acquistare una soluzione on-premise iperconvergente” ha aggiunto Filisetti.
Si va quindi ancora una volta verso un concetto di infrastruttura ibrida e Nutanix si prefigge di semplificare ed armonizzare le attività del data center per l’era multi-cloud, in cui nuvole private, pubbliche, ibride coesistono, si interconnettono, interoperano. Per questo l’azienda ha esteso la propria offerta secondo il concetto di Enterprise Cloud OS. Il cliente, oltre che definire quale hardware utilizzare, ha la possibilità di scegliere a quale hypervisor affidarsi. Oltre a rivolgersi a VMware o Citrix, ad esempio, l’organizzazione può optare per Acropolis, il sistema di virtualizzazione offerto con licenza gratuita da parte di Nutanix di cui è ideatrice. Acropolis permette ai team di sviluppo di aggiungere ai cluster Nutanix soltanto risorse di elaborazione, espandendo la capacità di computing e scalandola in maniera indipendente dallo storage.
La software house ha inoltre aumentato la securizzazione e orchestrazione della parte networking. A questo si aggiunge l’introduzione di Prism, interfaccia grafica che consente di effettuare diverse operazioni di gestione (scalabilità o upgrade) del data center attraverso pochi semplici click. In questo modo è possibile costruire il ciclo di vita di un’applicazione con sistemi automatici ed in tempi ridotti. La stessa tecnologia permette anche di astrarre completamente l’infrastruttura on-premise in cloud attraverso un'unica interfaccia di amministrazione, o addirittura scegliere diversi cloud. Solo così si possono allocare le risorse dove servono e quanto servono, il tutto al costo minore possibile.
“Dopo l’infrastruttura IT, anche gli ambienti multi-cloud devono essere invisibili. Tutto ciò consente all’IT di concentrarsi sulle applicazioni e sui servizi che sono il propulsore dell’attività aziendale” ha concluso Alberto Filisetti.