Il mainframe non è morto, ma anzi è vivo più che mai e questo è il momento giusto per investirci. Questa teoria, già lanciata da Compuware, sembra ora trovare conferma in una ricerca che BMC, un partner Micro Focus, ha condotto a livello mondiale relativamente al ruolo del mainframe: “2014 Annual Mainframe Research Results: Bringing IT to Life Through Digital Transformation”.
Secondo il 91% degli intervistati il mainframe continuerà ad essere parte integrante delle strategie a lungo termine delle aziende e contribuirà a disegnare il futuro dell’Information Technology. L’esigenza di collegarsi a internet 24 ore su 24, sette giorni su sette, e non solo da fisso, ma anche in mobilità – ad esempio con il banking online – farà crescere esponenzialmente il numero di MIPS (Millions of Instructions per Second) verso il mainframe: il settore del commercio, in particolare, vedrà un incremento del 61% nei prossimi due anni. La sfida, per le aziende, sarà quindi sempre più legata alla capacità di evolvere il mainframe per agevolare le sue interazioni attraverso Cloud e Mobile.
Una delle priorità assolute emerse dallo studio è la necessità di formare il personale con competenze mainframe. D’altro canto, anche Vanson Bourne ha di recente evidenziato il gap tra aziende e sviluppatori. L’insegnamento del COBOL continua ad essere una rarità, perché altri linguaggi object oriented, come Java, sono considerati più “di moda”; questo ha avuto come conseguenza un massiccio ricorso all’outsourcing, in particolare da parte delle piccole imprese. Saper programmare in COBOL continuerà a fare la differenza nel curriculum dei futuri programmatori, come dimostrano i dati sulla discrepanza tra competenze scolastiche e necessità effettive delle aziende.
La ricerca BMC riconferma il mainframe come “estremamente affidabile”: l’88% degli intervistati ha dichiarato di non aver mai avuto significativi problemi durante il suo utilizzo. Questo dato si ripete ogni anno in ciascuna ricerca condotta da BMC.
Noti per la loro resistenza e per i ridottissimi tempi di downtime, i mainframe svolgono oggi nel mondo 1,1 milioni di transazioni al secondo, che corrispondono a 34 trilioni ogni anno; numeri significativamente più alti rispetto a qualsiasi quantità di “tweet”, “like” o ricerca su Google.
Le sue capacità di recovery e di affidabilità sono indiscusse: per dispiegarne tutto il valore anche in futuro, è quindi solo necessario modernizzare le infrastrutture, senza doverle necessariamente cambiare.
Secondo la ricerca BMC il principale focus dei CIO in futuro sarà quello di rendere il mainframe accessibile da mobile, sviluppando nuove applicazioni. Anche un recente studio condotto da Vanson Bourne rivela come il 97% degli intervistati ritenga “pratico” sviluppare applicazioni mobile per mainframe, invece di adottare nuove piattaforme.
Un altro dato importante è che oltre il 70% degli intervistati inserisce la “riduzione dei costi” tra le sue priorità. Poiché il mainframe offre un ambiente stabile, è quindi sufficiente integrarlo con tool in grado di diminuire i MLC (costi mensili di licenza), ridurre i tempi di downtime, eliminare gli sprechi e snellire i processi della CPU. Assicurarsi che il mainframe e i processi siano allineati garantisce un’efficace gestione dei costi e la valorizzazione di uno dei maggiori investimenti IT delle aziende.