Della fatturazione elettronica si sa ormai (quasi) tutto, o almeno si conoscono le linee guida fondamentali: che è diventata obbligatoria dallo scorso 6 giugno, per enti previdenziali, ministeri e agenzie fiscali; che sarà obbligatoria per tutti gli Enti locali dal 31 marzo 2015; che rappresenterà prima di tutto un motivo di risparmio per tutta la pubblica amministrazione (17 euro secondo le fonti ufficiali, di cui 14 grazie al minor impiego di manodopera e grazie alla riduzione dei costi di materiale e spazio). Di meno, forse, si sa sul funzionamento della fatturazione, che se oggi riguarda soprattutto imprese ed enti privati che hanno rapporti commerciali con gli enti pubblici, in realtà un giorno, non lontano, potrebbe avere implicazioni importanti anche per i privati, che con gli stessi enti intrattengono rapporti di tipo amministrativo e che un giorno (si spera e si lavora per) accederanno alle pratiche solo tramite i propri device e in modalità digitale. La Direzione Tecnica di Namirial, software house marchigiana, attiva anche sul fronte di quella che è definita “la rivoluzione della pubblica amministrazione” con un proprio servizio (Fatt-Pa Namirial) destinato ai fornitori delle amministrazioni, fa il punto sulle caratteristiche e i vantaggi del servizio di fatturazione elettronica:
Il buono
Risparmio, velocizzazione dei tempi di pagamento, maggior trasparenza nei rapporti con le istituzioni (anche ai fini di una possibile lotta all’evasione), e anche un passo in avanti sulla via dell’innovazione digitale e di quel processo di rinnovamento da più parti evocato e oggetto di numerosi progetti racchiusi sotto la sigla Agenda Digitale. Sono tutti i vantaggi delle fatture elettroniche, rappresentate da un file .Xml, che non contiene codici tali da permettere modifiche, dovranno essere inviate, dopo essere state firmate digitalmente, al Sistema di Interscambio, gestito da Sogei (il soggetto deputato alla realizzazione del sistema di trasmissione) per conto dell’Agenzia delle Entrate. Le fatture dovranno contenere le indicazioni sul soggetto trasmittente, compreso l’identificativo fiscale, il progressivo d’invio e il numero di trasmissione. L’amministrazione destinataria, verrà identificata con un apposito codice. Una volta proceduta alla loro evasione, le fatture elettroniche vanno conservate in modalità digitale sia dai fornitori che le emettono sia dalle Pubbliche Amministrazioni che la ricevono. La fattura da conservare deve essere indicizzata in modo univoco e andare a finire in uno specifico lotto di conservazione.
Il brutto
Il ritardo con cui molti uffici della pubblica amministrazione, secondo dati resi pubblici, si sono presentate alla scadenza. Si sa che ogni amministrazione deve avere un suo codice univoco, che la identifichi in modo inequivocabile, anche perché, passando per il digitale, la percentuale di errore deve essere ridotta al minimo (quando non ottimisticamente azzerata) e molte amministrazioni (circa una su due) sembrano esserne ancora sprovviste. Molto si sta comunque facendo sulla via di un pronto adeguamento. Ulteriore elemento di complicazione, l’introduzione del Cig (Codice identificativo di gara) e del Cup (Codi unico di progetto), necessari per identificare certi tipi di documenti e che vanno a modificare il formato della fattura, implicando una modifica dei software di generazione.
Il cattivo
Per ora sembra non esserci, nel senso che gli obiettivi della fattura elettronica risultano essere, fin dall’inizio, orientati al rinnovamento e alla velocizzazione dei processi. Ogni innovazione, va messa in pratica con una competenza e conoscenza di base che possa garantirne il massimo e più efficace effetto. Namirial risponde anche a queste esigenze, grazie alla propria soluzione operativa e a un servizio di consulenza e direzione in merito.