Il budget Ict pesa solo l’1,37% del fatturato delle imprese italiane, con alcune differenze in base all’area di riferimento, passando dall’1,55% del Sud all’1,28% del Nord-Ovest, ma resta lontano dalla media europea del 3,6%. Il budget Ict più alto è prerogativa del settore finanza e assicurazioni, dove si assesta all’1,73%, mentre fanalino di coda è l’agricoltura, poco sotto l’11%. Anche il numero di dipendenti che si occupano di informatica è molto limitato, pari al 2,37% del totale, un valore che sale fino al 2,93% nei servizi e scende all’1,42% nel settore agricolo. Le principali priorità di investimento Ict delle imprese italiane sono la sicurezza informatica, lo storage, il rinnovo del parco desktop/notebook/tablet, la conservazione digitale e l’ERP.
Questi dati – e molti altri – sono il risultato di ICTBenchmark.it, un tool online dedicato ai responsabili ICT e dell’innovazione digitale che ha l’obiettivo di offrire la possibilità di costruire un confronto aggiornato sui principali indicatori che definiscono le prestazioni, le potenzialità e i modelli di governance dell’ICT nelle imprese italiane. Lo strumento viene costantemente aggiornato, in modo rigorosamente anonimo, per incrementare periodicamente il campione empirico su cui si effettuano i confronti. Pur non essendo il risultato di un’indagine statisticamente significativa, le analisi del tool si basano su un ampio e rappresentativo numero di rilevazioni, crescente e aggiornate nel tempo.
All’interno è possibile segmentare l’analisi in base ad alcuni filtri (settore, area geografica, dimensione di fatturato, numero di dipendenti), per affinare ulteriormente il benchmark.
ICTBenchmark.it è un’iniziativa del Gruppo DIGITAL360, attivo nell’offerta B2B di contenuti editoriali, servizi di comunicazione e marketing, lead generation, eventi e webinar, advisory, advocacy e coaching, nell’ambito della Trasformazione Digitale e dell’Innovazione Imprenditoriale.
“Il valore dei budget dedicati all’ICT sul totale fatturato delle aziende rappresenta un indicatore importante per capire la propensione all’innovazione di un intero sistema – evidenzia Andrea Rangone, amministratore delegato del Gruppo Digital360 –. Per Stati Uniti e Europa questo valore pesa dal 2,5% al 4%, molto superiore al valore in Italia. Nel nostro paese permane una sorta di paralisi strutturale: fanalino di coda tra i Paesi industrializzati per investimenti nel digitale, l’Italia non riesce a uscire dal circolo vizioso che, per carenza di innovazione, porta ad un progressivo declino di crescita e competitività”.