[section_title title=Gli usi più “quotidiani” dei droni]
A parte le esigenze di tipo militare, uno degli impieghi più pratici e “quotidiani” è quello del controllo delle manifestazioni pubbliche, che sfociano spesso in azioni violente e che le forze di polizia devono essere in grado di controllare. Come vengono sfruttati in tali casi?
É questo uno degli scenari operativi più comuni, perché, oltre alle immagini dei droni, vengono raccolte anche quelle riprese dalle telecamere indossate dagli agenti, così come le riprese delle telecamere di videosorveglianza. Il tutto completato dai dati raccolti dalle celle della telefonia mobile o da altri sensori distribuiti sul territorio, come quelli per il monitoraggio del traffico. Analizzando e visualizzando in modo aggregato tutte queste informazioni su adeguati wall multimediali, è possibile muovere correttamente le unità operative, con l’obiettivo di bloccare l’accesso a determinate aree o controllare specifici gruppi di persone.
Oltre ad anticipare i movimenti dei facinorosi è possibile individuare anche situazioni di particolare pericolo?
L’allarme video automatico può individuare anche situazioni anomale, come assembramenti in zone limitrofe a quelle in cui è in corso una manifestazione, richiamando l’attenzione degli operatori. Allo stesso modo può identificare prontamente un principio d’incendio o la presenza di persone stese a terra. Vengono così circoscritte le aree “calde”, ottimizzando poi il movimento delle forze dell’ordine nel contesto urbano. In teoria si possono integrare anche con altri sensori sul territorio, ad esempio sensori del traffico.
Un impiego ulteriore può essere quello di agevolare l’inseguimento di un’auto in fuga?
Questo è un ulteriore ambito d’applicazione, in quanto i droni possono riconoscere una targa e, oltre a gestire l’inseguimento, elaborano le informazioni per identificare le strade in cui, presumibilmente, transiterà l’auto inseguita. Tutto ciò permette alle forze dell’ordine di ottimizzare l’allestimento dei posti di blocco, aumentando così la probabilità di successo. Analoghi criteri, inoltre, possono essere sfruttati in ambito civile, ad esempio in caso di alluvione, per coordinare l’attività dei mezzi di soccorso o per seguire l’evolversi di un fenomeno.
Le potenzialità sono sicuramente enormi. Ma la PA dispone dei soldi necessari per affrontare un simile investimento?
Se la PA, o meglio i responsabili di un ente pubblico o delle forze di polizia comprendessero le potenzialità di questi sistemi, sarebbero in grado di trovare i fondi necessari. Il vero problema, al contrario, è quello di individuare gli strumenti normativi che permettano alla PA di spendere questi soldi. Vale comunque la pena di ricordare che, soprattutto a livello regionale, esistono numerosi bandi destinati alla protezione del territorio e delle persone, che gli enti locali devono imparare a sfruttare adeguatamente.
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