[section_title title=I downtime costano alle aziende 16 milioni di dollari l’anno – Parte 2]
Dati a rischio
• SLA per i recovery time objective (RTOs) sono stati fissati a 1,6 ore, ma gli intervistati ammettono che in realtà il ripristino impiega 3 ore. Allo stesso modo, gli SLA per recovery point objective (RPOs) sono di 2,9 ore, mentre il tempo effettivo è di 4,2 ore. Gli intervistati riferiscono che presso la propria azienda, in media, avvengono 15 episodi di downtime non pianificati all’anno, 2 in più in confronto alla media dei 13 segnalati nel 2014. Inoltre la durata del downtime non pianificato delle applicazioni mission-critical è aumentata da 1,4 ore a 1,9 ore anno su anno, mentre per le applicazioni non mission-critical la durata del downtime è passata da 4 a 5,8 ore.
• Poco meno della metà delle aziende intervistate esegue test di backup su base mensile, o anche meno frequentemente. Tra un test e l’altro vi sono pause piuttosto lunghe che aumentano le probabilità di riscontrare problemi quando si ha bisogno di recuperare i dati – a quel punto potrebbe essere troppo tardi. Infine, tra le aziende che testano i propri backup, solo il 26% ne testa più del 5%.
L’impatto “finanziario” è notevole
• Annualmente il downtime può costare alle aziende fino a 16 milioni di dollari. Si tratta di un aumento di 6 milioni di dollari rispetto alla stima del 2014.
• Il costo medio per un’ora di downtime per un’applicazione mission-critical è poco meno di $ 80.000. Il costo medio per ora di perdita di dati derivante da tempi di downtime per un’applicazione mission-critical è poco meno di $ 90.000. Quando si tratta di applicazioni non mission-critical, il costo medio orario è più di $ 50.000 in entrambi i casi.
• Perdita di fiducia dei clienti (68%), danni al brand aziendale (62%), perdita di fiducia dei dipendenti (51%) sono le prime tre conseguenze non finanziarie di questo fenomeno.
Non perdere l’ottimismo
“E’ facile pensare che questa indagine dipinga un quadro negativo, tuttavia ci sono anche elementi per cui rimanere ottimisti – ha aggiunto Timashev -. Quasi tre quarti delle aziende riconoscono di avere aree che devono essere migliorate e intendono farlo nei prossimi 6/12 mesi. Non è sempre facile trovare i fondi per investire sulle infrastrutture, ma c’è la convinzione che deve essere fatto. Stiamo notando che varie aziende iniziano a capire l’importanza di soluzioni di Availability, ed in particolare del ruolo che il cloud e i servizi cloud-based come Disaster Recovery as a Service (DRaaS) possono rivestire. Le aziende riconoscono la necessità di un funzionamento Always-On e di operazioni sempre disponibili e sono certo che presto gli utenti vedranno questa esigenza tramutarsi in realtà al più presto”.