Il successo delle aziende nell’era digitale sarà determinato da tre fattori fondamentali: l’innovazione, da perseguire con l’acquisizione di competenze e l’integrazione delle tecnologie; l’esperienza, offerta ai clienti finali ma anche ai dipendenti; e l’efficienza, che si ottiene sfruttando l’automazione per snellire i processi operativi e focalizzare le risorse sui processi a valore aggiunto.
Non ha dubbi Emiliano Rantucci, General Manager di Avanade Italy, nel commento all’ultima ricerca commissionata dallo specialista nell’innovazione digitale nell’ecosistema Microsoft a Vanson Bourne.
A quanto pare, su un campione internazionale di 1.150 decisori aziendali, di cui 75 italiani, i decisori aziendali prevedono di raggiungere un ritorno sull’investimento (ROI) del 17% (15,3% secondo il campione di aziende italiane intervistate) nei prossimi 12 mesi grazie all’implementazione di progetti legati alla trasformazione digitale.
Tuttavia, dalle aziende presenti in USA, Australia, Belgio, Paesi Bassi, Canada, Francia, Germania, Giappone, Paesi Nordici, Regno Unito, Italia e Spagna è anche emerso il bisogno di più trasversalità e diversità, di una presa di coscienza totale dello sviluppo dei processi di trasformazione digitale, e di un approccio manageriale diverso, meno esecutivo e più coinvolgente.
Non a caso, il 92% dei manager intervistati ha, infatti, citato la trasformazione digitale dei sistemi e dei processi aziendali come la principale priorità aziendale e ben il 96% (99% in Italia) dichiara di disporre di una strategia di digital transformation.
Tra i potenziali benefici della trasformazione digitale, oltre al già citato ROI; l’81% (83% in Italia) concorda sul fatto che dalla trasformazione non ci si attende più soltanto un aumento della produttività garantito da processi aziendali semplificati, ma anche un miglioramento continuo che si concretizza nell’innovazione dei processi stessi.
Un ulteriore 10% (16% in Italia) ha citato la riduzione dei costi, un altro 11% (13% in Italia) l’incremento della produttività e, per il 10% (16% in Italia), un potenziamento della crescita aziendale.
Il ruolo delle tecnologie nei nuovi scenari evolutivi
L’intelligenza artificiale (IA) ha assunto un’importanza fondamentale nella trasformazione digitale, anche se molte aziende fanno fatica a implementarla in maniera efficace.
L’89% (93% in Italia) degli intervistati ritiene che il percorso verso la trasformazione digitale dipenda fortemente dall’adozione di un approccio intelligence-driven.
Il 94% delle aziende (96% in Italia) che hanno adottato iniziative di trasformazione digitale ritiene che sarà l’automazione intelligente ad apportare alla propria attività i maggiori vantaggi.
L’85% (96% in Italia) concorda sul fatto che l’integrazione dell’AI a livello di sistemi e processi contribuirà a rendere l’azienda più intelligente.
Tuttavia, il 43% del campione dichiara di avvertire segnali di “digital fatigue”, ovvero si trova ad affrontare una fase in cui gli sforzi di implementazione della strategia digitale non si traducono ancora in un ritorno economico.
A quanto pare, più spesso del previsto, manca una pianificazione strategica riguardo gli obiettivi e i benefici a lungo termine che le aziende intendono raggiungere, per assenza di visione e trasversalità.
Gli ostacoli che rallentano la digital transformation:
il 46% (47% in Italia) identifica nell’assunzione e formazione di personale idoneo l’ostacolo principale all’implementazione delle iniziative di trasformazione digitale;
il 40% (30% in Italia) ha investito in nuove tecnologie e innovazioni senza integrarle nei sistemi esistenti;
il 35% (34% in Italia) ha difficoltà nel rinnovare i sistemi e processi tradizionali;
oltre l’80% ha difficoltà nello sfruttare appieno dati e insight a beneficio del proprio business.
Come sottolineato sempre da Rantucci in una nota ufficiale: «I processi di evoluzione digitale non possono più prescindere dalla formazione, che ormai va intesa in senso più ampio come cultura del cambiamento. Serve cioè un approccio da innovatori: essere aperti alle novità, aver voglia di sperimentare e perfino essere pronti a qualche insuccesso. Da un lato, bisogna dare più peso ai team interfunzionali, perché garantiscono che i problemi vengano affrontati con prospettive e approcci diversi. E dall’altro, bisogna valorizzare la diversità intesa in senso lato, quindi non solo di genere ma anche di competenze e approcci».
Non a caso, l’88% del campione (92% in Italia) concorda sulla necessità di puntare all’innovazione dei sistemi aziendali per garantire agilità e miglioramento continuo. Un altro 38% degli intervistati (37% in Italia) dichiara che la scarsità di competenze interne impedisce l’ottimizzazione dell’efficienza, mentre l’83% dei decision maker (87% in Italia) ha affermato che gli investimenti nell’esperienza del cliente (CX, Customer Experience) e nell’esperienza dei dipendenti (EX, Employee Experience) sono i fattori chiave in un’ottica di trasformazione digitale.
EX e CX rappresentano il primo fattore trainante per le iniziative di trasformazione digitale, superando per importanza tecnologie e programmi di innovazione.