Gli Stati Uniti dichiarano la guerra digitale all’Isis. L’ordine è arrivato direttamente dalla Casa Bianca. Pare che sia stato il Presidente Barack Obama in persona a spingere verso l’adozione di misure cibernetiche, all’interno dell’enorme budget che l’America ha stanziato per lo spionaggio elettronico.
A coordinare le operazioni sarà il Cyber Command insieme alla National Security Agency.
Il piano di guerra cibernetica si indirizzerà verso quattro filoni, come riporta il Corriere della Sera.
L’offensiva sarà portata avanti da piccoli nuclei e prevede innanzitutto una sorveglianza via web del network usato da alcuni dirigenti del Califfato. L’obiettivo è quello di studiare mosse, abitudini e ordini dei militanti arabi per imitarli diffondendo messaggi errati o false informazioni. Saranno poi portati avanti attacchi contro i sistemi bancari usati dai Jihadisti e azioni per interrompere i collegamenti e ostacolare il passaggio di disposizioni dai leader a militanti e seguaci. Infine si tenterà di rendere insicura la rete per aumentare i dubbi e la paranoia dei combattenti islamici.
L’ottimismo negli Stati Uniti è tanto ma già non mancano le prime voci fuori dal coro di chi sostiene che la guerra cibernetica annunciata non rappresenta una svolta contro l’isis.
“I cyber attacchi contro l’Isis potrebbero rivelarsi meno efficaci di quanto si pensi” sostiene Colin P. Clarke, analista del think tank americano, come riporta Il Quotidiano.
“L’Isis ha già dimostrato di sapersi adattare in fretta ai nuovi scenari. Anche se al momento stiamo registrando alcuni successi nelle operazioni informatiche contro lo Stato islamico, questo non significa che in futuro le cose continueranno ad andare così. Il Califfato imparerà a difendersi e prenderà delle contromisure, facendo sempre meno affidamento sulla Rete e trovando altri modi per coordinare le sue operazioni sul campo”.