[section_title title=Altri dati]
Il downtime non pianificato è alla base dell’aumento dei costi e la protezione non è garantita
Il downtime non pianificato delle applicazioni si verifica più di una volta al mese (13 volte l’anno) e costa a un’organizzazione tra $1,4 milioni e $2,3 milioni l’anno in fatturato perso, produttività diminuita e mancate opportunità.
Relativamente alla protezione dei dati, un ripristino dal backup ogni sei fallisce, il che vuol dire che con 13 incidenti di downtime delle applicazioni all’anno, i dati verranno persi permanentemente almeno due volte. Questi dati persi costano alle aziende un minimo di $682.000 l’anno.
Le organizzazioni stanno anche rischiando tra $4,4 milioni e $7,9 milioni in dati di applicazioni persi per incidenti di downtime ogni anno.
Cosa stanno facendo le aziende?
Le aziende stanno già chiedendo una maggiore disponibilità di dati. Tuttavia, i dipartimenti It superano di oltre un’ora il recovery time objective (RTO) che le loro aziende richiedono per i dati mission-critical e sono più di 2,5 ore lontani dagli standard dell’always-on fissati dalle moderne soluzioni di disponibilità dei dati. Elemento ancor più preoccupante, le aziende eccedono di 1,5 ore il recovery point objective (RPO) necessario – ovvero, quanto spesso viene fatto il backup dei dati –e registrano un divario di addirittura 4,5 ore dai moderni standard dell’always-on.
“Non occorre ingannarsi, siamo già nell’era dell’Always-On Business – commenta Ratmir Timashev, CEO di Veeam -. Perciò, per tenere il passo, le aziende hanno bisogno di soluzioni interamente nuove che abilitano la disponibilità dei dati 24/7 in un modo che i prodotti legacy per la protezione e il backup dei dati non potrebbero permettere. Ciò significa recupero garantito e ad alta velocità di ogni file, applicazione o server virtuale quando necessario. Significa sfruttare i dati e gli ambienti di backup per testare l’impiego di nuove applicazioni, mitigando il rischio di errore. Significa completa visibilità, con monitoring e alerting proattivi delle problematiche prima che impattino le operazioni. I CIO lo riconoscono chiaramente: il 78% ha in programma di cambiare il proprio prodotto per la protezione dei dati nei prossimi due anni per ottenere la disponibilità di dati di cui necessitano. Di conseguenza, il gap di disponibilità comincerà a diventare un ricordo del passato”.