“Con Internet delle cose avremo una rivoluzione industriale a costo marginale zero”. Fabio Spoletini, Country Leader di Oracle Italia, sceglie una frase di Rifkin per illustrare la transizione in atto e le ripercussioni sul tessuto industriale. Del resto il solo fatto che oggi si contano 14 miliardi di oggetti connessi alla rete, il cui numero raggiungerà i 300 trilioni nei prossimi 15 anni, ben rappresenta la transizione in atto. Un fatto che le aziende devono comprendere e gestire, adeguandosi alle esigenze dei consumatori. Esigenze che i clienti vogliono veder soddisfatte, anche a costo di rinunciare a parte della propria privacy.
Il potere dei Big Data
Tutto questo si traduce nel Digital Business, ovvero, quello che Spoletini sintetizza come “l’utilizzo di qualsiasi tecnologia digitale per promuovere, vendere e abilitare miglioramenti e innovazioni di prodotto, di servizio e di processo”. In pratica questo significa saper convertire i dati in valore. Una capacità che, in realtà, non tutte le aziende hanno ancora colto in tutto il proprio potenziale. Da una recente indagine Capgemini, infatti, emerge che solo il 27% degli Executive ritiene la Digital Disruption una questione di sopravvivenza. Allo stesso modo solo in 46% delle aziende sta effettivamente investendo in Digital Skill. Il percorso, quindi, è ancora lungo, ma è fondamentale che le aziende siano capaci di sfruttare al meglio questo potenziale. Il tutto anche in considerazione del fatto che, in molti casi, la loro sopravvivenza dipenderà proprio da questo e il Cloud rappresenta uno dei principali driver della svolta. Il suo impiego, però, deve essere correttamente bilanciato con quello dei data center, nei quali proprio Oracle vanta una leadeship mondiale. Una posizione che, in virtù degli ultimi annunci, l’azienda vuole continuare a mantenere puntando soprattutto sulla semplificazione.
Attenti ai bisogni
Un risultato frutto, in primo luogo, di un’offerta completa e unica sul mercato. Capace di rispondere a tutte le esigenze di un cliente: dal livello di storage a quello applicativo. Il tutto confermato da una serie di record in termini di capacità elaborativa e trasmissiva. Anche perché, come conferma il Country Leader Applications Giovanni Ravasio, il Cloud Oracle è davvero in grado di “accelerare la trasformazione in atto in Italia. Perché il Cloud non è un salto tecnologico, ma un abilitatore di Business”. Per questo Oracle si propone come un interlocutore che, anche grazie a una rete di partner qualificati, è in grado di dialogare direttamente con i proprio clienti, capendo le reali esigenze e proponendo soluzioni attente al Roi, ma anche flessibili e subito operative, per rispondere all’imprevedibile evoluzione dei mercati.
Tutto questo, sintetizza Ravasio, ci porta ad essere “l’unico fornitore in possesso di un’offerta realmente full Cloud e accessibile alle aziende di qualunque dimensione”.
Un esempio concreto è rappresentato da Oracle Big Data SQL, una soluzione software basata su SQL che integra in modo trasparente i dati da fonti Hadoop, NoSQL e Oracle Database. Oracle Big Data SQL, infatti, opera su Oracle Big Data Appliance e può funzionare in combinazione con Oracle Exadata Database Machine. La nuova soluzione mette in connessione tecnologie consolidate e semplifica l’accesso ai dati attraverso uno standard riconosciuto come SQL. Oracle Big Data SQL permette alle aziende di analizzare i dati enterprise individuando le informazioni strategiche più velocemente, come richiesto a un abilitatore alla trasformazione del business.
Con un’architettura unica e la tecnologia Smart Scan ereditata da Oracle Exadata, Oracle Big Data SQL può eseguire query su tutti i form di dati strutturati e non strutturati, minimizzandone la movimentazione, per ottenere analisi decisamente più veloci di dati distribuiti su fonti Hadoop, NoSQL e Oracle Database. Questo approccio permette inoltre alle aziende di far leva sulle competenze SQL già esistenti, senza dover investire in nuovi talenti professionali e contribuendo a massimizzare le potenzialità degli investimenti tecnologici già compiuti.