“Pensare che la possibilità di essere colpiti sia un rischio reale non è più un errore; le nuove minacce, ma soprattutto i nuovi attaccanti, possono arrivare ovunque – mette in guardia Marco Riboli, Vice President Southern Region di FireEye -. A questo punto bisogna chiedersi chi ci possa dare la maggiore sicurezza possibile e supportare in caso di attacco. Chi può aiutarci a ridurre da settimane ad ore il tempo di analisi dell’incidente? Chi mi può fornire una metodologia che, abbinata alla tecnologia, garantisca il controllo dei processi?”
La risposta arriva da FireEye che offre un approccio che mixa intelligence, tecnologia e competenza in un approccio adattivo alla sicurezza – di Adaptive Defense – che possa proteggere la propria comunità globale degli utenti.
L’architettura brevettata FireEye collega tutti i vettori di attacco e analizza centinaia di permutazioni tra sistemi operativi, applicazioni, versioni software e molto altro. L’azienda offre informazioni in tempo reale provenienti da casi concreti di risposta agli incidenti, da dati auto-generati provenienti da milioni di sensori di rete ed endpoint ed un team di Intelligence dedicato ad individuare gruppi di cyber criminali e le metodologie con cui questi operano. Un servizio di consulenza avanzato che possiede competenze tecniche e analitiche ottenute nel corso di centinaia di ricerche, che non solo offre rimedio agli incidenti ma fornisce le soluzioni per difendersi da attacchi futuri.
“Nessuno possiede un network a livello di Intelligence come FireEye, il cui unico focus è quello di individuare nuove potenziali minacce. Siamo presenti in Italia da circa 2 anni ed oggi abbiamo una struttura completa che ci ha permesso di crescere raddoppiando il volume di affari (dati primo semestre 2015) e mettere le basi per un 2016 di sicuro successo” conclude Riboli.