Il 22 giugno arrivano a Milano gli esperti di DevOps e Open Source, protagonisti dell’evento Open DevOps, una giornata interamente dedicata all’universo DevOps.
L’evento, a partecipazione gratuita, prevede al mattino una tavola rotonda con interventi presentati dai player internazionali del settore, che al pomeriggio saranno disponibili per esclusivi incontri one-to-one, per dare una risposta a tutti i dubbi, domande e curiosità su Open Source e DevOps.
Ad esempio, come risolvere il “dilemma dell’Open Source”? E’ meglio favorire la libertà di utilizzare qualsiasi strumento per raggiungere gli obiettivi di velocità oggi necessari, o è meglio promuovere un approccio più strutturato?
Consentire la libertà di scelta dei tool da utilizzare fa sì che i team non siano mai vincolati dalle limitazioni che caratterizzano la “società standard”: questa, infatti, è una frequente lamentela quando le persone sono costrette a usare strumenti poco performanti solo perché “son già stati pagati”. Dall’altra parte, quando i soldi non sono coinvolti, è fin troppo facile sfruttare una soluzione solo perchè sembra essere adatta alle proprie esigenze, senza però condurre un’adeguata analisi (ad esempio considerare come i requisiti possano cambiare l’intera pipeline o come colleghi incontrino le stesse esigenze).
Questo concetto è critico, perché le decisioni basate esclusivamente su preferenze personali e su un’ottica campanilistica possono condurre a una duplicazione degli sforzi, a soluzioni ridondanti, a discontinuità nelle integrazioni, e dunque nel lungo periodo solo parzialmente essere adatte all’obiettivo finale.
Sulla base di quanto detto, vi è la tendenza di farsi prendere la mano dal tool scelto, determinando un’estensione eccessiva delle soluzioni utilizzate. Con una quantità sufficiente di scripting è perfettamente possibile utilizzare strumenti di build automation per la configurazione hardware o strumenti di ops automation per eseguire lo sviluppo del software, ma questa non è necessariamente una buona idea.
A scanso di equivoci è importante ribadire che l’implementazione del DevOps su larga scala non significa gettar via i migliori software Open Source per sostituirli con suite integrate di software commerciali. Gran parte del DevOps concerne l’ignorare il vecchio e rigido approccio basato sul forzare l’ampio utilizzo di soluzioni volte a gestire, non particolarmente bene, una serie di requisiti.
Ha senso quindi continuare a sfruttare gli strumenti OSS in molte aree del DevOps. L’open source negli ultimi anni è maturato ed è oggi adatto a essere utilizzato anche in ambienti di produzione e in progetti complessi, anche grazie alle soluzioni commerciali pensate per i clienti enterprise, come le soluzioni Jenkins enterprise di CloudBees, che affiancano la ricca community e il supporto offerto dall’ecosistema Open Source, e mettono a disposizione features che consentono l’adozione di nuove idee e practices.
Sacrificare tutto ciò per il bene della standardizzazione è controproducente. Ci sono sicuramente aree in cui la coerenza strategica permette di ottimizzare i livelli di efficienza, qualità e servizio, senza compromettere l’agilità. Il trucco è sapere dove c’è bisogno di coerenza e dove l’Open Source può costituire una buona opzione, e trovare il giusto equilibrio tra libertà e approccio strutturato.
Come generare valore nella catena DevOps attarverso gli strumenti Open Source?
La risposta a queste e molte altre domande all’ Open DevOps. Registrati online per partecipare all’evento e prenota il tuo incontro con i DevOps guru.