Hewlett Packard Enterprise ha annunciato HPE Container Platform, la prima piattaforma per container di livello enterprise basata su Kubernetes progettata sia per le applicazioni cloud-native che per quelle monolitiche dotate di storage persistente.
Nello specifico, grazie a HPE Container Platform – ordinabile dagli inizi del 2020 insieme con i servizi consultivi, di consulenza, di deployment e di assistenza HPE –, i clienti enterprise possono accelerare lo sviluppo dedicato sia a nuove app che ad applicazioni già esistenti, destinate a deployment in ambienti bare-metal o su infrastrutture virtualizzate, in qualsiasi cloud pubblico e negli ambienti edge.
Maggiore agilità, costi inferiori e sicurezza di livello enterprise
HPE Container Platform si basa su comprovate innovazioni derivanti dalle acquisizioni di BlueData e MapR da parte di HPE unitamente all’impiego del software 100% open source Kubernetes. Questa soluzione di nuova generazione abbatte drasticamente i costi e le complessità dell’utilizzo dei container in ambienti bare-metal, aggiungendo la flessibilità necessaria per consentire il deployment anche su macchine virtuali e su istanze cloud. Tutto questo si traduce per i clienti in una maggiore efficienza, in un superiore livello di utilizzo e in prestazioni più elevate attraverso un vero e proprio “appiattimento dello stack” eliminando la necessità di virtualizzare.
La nuova piattaforma risolve le esigenze dei deployment Kubernetes enterprise su vasta scala all’interno di un’ampia varietà di casistiche d’uso che vanno dal machine learning e dall’edge analytics fino alle pipeline CI / CD e alla modernizzazione applicativa. I team IT possono gestire molteplici cluster Kubernetes con isolamento dei container per gli ambienti multi-tenant e con storage persistente preintegrato. Gli sviluppatori dispongono di accesso on-demand protetto ai rispettivi ambienti in modo da poter realizzare app e rilasciare codice più rapidamente sfruttando le potenzialità “build once, deploy anywhere” proprie dei container.
Come riferito in una nota ufficiale da Kumar Sreekanti, Senior Vice President e CTO of Hybrid IT di HPE: «Lo sviluppo applicativo si sta trasferendo sui container e Kubernetes è lo standard di fatto per l’orchestrazione dei container. Abbiamo combinato le nostre competenze e la proprietà intellettuale proveniente dalle acquisizioni ultimate di recente con la soluzione open source Kubernetes per realizzare una piattaforma container di livello enterprise che non ha paragoni. Il nostro approccio container-first offre alle aziende un percorso più rapido e meno costoso verso la modernizzazione applicativa, ottimizzato per gli ambienti bare-metal ed estensibile a qualsiasi infrastruttura dall’edge al cloud».
Che cosa dicono gli analisti di mercato
Le realtà enterprise sono oggi consapevoli del fatto che per potersi trasformare e competere nei rispettivi settori devono innovare più velocemente e modernizzare le proprie applicazioni. Per aumentare la velocità dello sviluppo di nuove applicazioni e promuovere l’innovazione digitale utilizzano quindi i container e Kubernetes per creare applicazioni cloud-native con un’architettura a microservizi. Le ricerche degli analisti di settore confermano la rapida crescita della diffusione dei container negli ambienti enterprise:
Gartner calcola che entro il 2022 si doterà di applicazioni containerizzate in produzione oltre il 75% delle aziende di tutto il mondo, in aumento rispetto al meno del 30% di oggi.
Una ricerca IDC indica che per l’orchestrazione dei container il 55% delle grandi aziende statunitensi si è standardizzato su Kubernetes.
Un recente sondaggio di 451 Research indica che il 95% delle nuove applicazioni farà uso di container.
Quando queste aziende estendono l’utilizzo dei container e di Kubernetes al di fuori degli ambienti di sviluppo e collaudo per portarli in produzione, si trovano a dover affrontare aspetti importanti come sicurezza, gestione multi-cluster e load balancing – per non parlare dell’emergere di nuove casistiche d’utilizzo per l’edge computing, i database e altro ancora. Non solo: una porzione significativa di sistemi e applicazioni enterprise non è cloud-native. Queste applicazioni monolitiche tradizionali sono costose da mantenere, e molte di esse potrebbero trarre vantaggio dalla containerizzazione. Purtroppo, riprogettare o sottoporre a refactoring le applicazioni già esistenti per farle diventare cloud-native è questione lunga e costosa; e queste applicazioni presentano requisiti che rimangono complessi anche con Kubernetes, come migrazione e persistenza del root file system.
Approccio rivoluzionario
HPE Container Platform è una soluzione chiavi in mano per risolvere queste sfide sfruttando il software BlueData per implementare il control plane per la gestione dei container, il file system distribuito MapR per la persistenza dei dati con i container e Kubernetes per l’orchestrazione dei container. Questo approccio rivoluzionario estende i vantaggi dei container al di là delle applicazioni cloud-native architettate per i microservizi offrendo la possibilità di containerizzare le applicazioni monolitiche non cloud-native con storage persistente dei dati.
Questa nuova soluzione complementa i servizi offerti da HPE per assistere i clienti nelle strategie inerenti i container, nella modernizzazione applicativa e nel deployment di cloud ibridi. HPE Pointnext fornisce servizi consultivi e di consulenza basati sull’esperienza derivante da oltre un migliaio di progetti su cloud ibridi unitamente alle competenze e alle best practice ottenute dalle acquisizioni di Cloud Technology Partners e RedPixie.