Le aziende raccolgono ed elaborano una grande quantità di dati sui consumatori di tutto il mondo, dal luogo in cui viviamo al posto in cui andiamo in vacanza, fino alle nostre abitudini di spesa. L’Unione Europea (Eu) ha fatto passi avanti per proteggere i dati dei cittadini e sta per promulgare una nuova Direttiva. Sebbene le implicazioni della nuova proposta per l’azienda siano di vasta portata, c’è al momento poca consapevolezza circa le nuove misure di sicurezza o il regolamento attuativo prossimo.
Da un sondaggio commissionato nel 2013 da Compuware ed effettuato da Vanson Bourne nel Regno Unito, in Francia, Germania, Benelux, in Italia, Giappone, Australia e Stati Uniti è emerso, infatti, che quasi il 90% delle aziende ignora l’impatto che le normative Ue per la riservatezza dei dati avranno sulla spesa It.
In particolare, conoscere l’impatto delle normative Ue per la riservatezza dei dati sul business è importante anche per i costi alti da affrontare in caso di inadempienza: secondo la proposta di legge, una violazione dei dati causata da inadempienza può costare una multa fino a cento milioni di euro, o il 5% del fatturato annuale dell’impresa.
La ricerca ha fornito inoltre diversi dati molto interessanti: il 43% degli intervistati che condivide i dati dei clienti con terze parti non comprende chiaramente le leggi e le normative attuali sulla protezione delle informazioni; il 20% delle aziende non maschera o protegge i dati dei propri clienti prima di renderli disponibili all’esterno con l’obiettivo di testare le applicazioni; l’87% delle aziende non maschera i dati dei clienti prima di passarli a terzi avvalendosi di accordi di non divulgazione (Nda) per proteggere i dati dei loro clienti.