La frequenza e la dimensione degli attacchi stanno crescendo sempre più rapidamente e questo fattore viene spesso utilizzato all’interno di cyber guerre tra stati. Se in prima linea troviamo schierati paesi come gli Stati Uniti o la Corea del Nord, anche stati all’apparenza più “tranquilli” come l’Australia sono caduti nell’occhio del ciclone.
The Australian Financial Review, periodico austrialano, riporta infatti voci secondo le quali l’Australian Signs Directorate (ASD), controllato dal Dipartimento della Difesa, svilupperebbe e porterebbe a compimento operazioni di attacco informatico contro i nemici dello Stato.
Questo organismo sarebbe dotato di un vero e proprio reparto specializzato nella gestione di azioni di attacco alle reti informatiche. Fine di tutto sarebbe la sottrazione di informazioni ed elementi di intelligence. All’interno della sezione vi sarebbe inoltre un sotto-gruppo che compirebbe azioni avanzate di attacco come lo sviluppo di malware. Obiettivi di questi attacchi sarebbero stati nel corso degli anni nemici dello Stato, come gruppi di jihadisti che preparavano attacchi all’Australia e almeno un Paese ritenuto “non democratico” e colpevole di azioni di intelligence contro interessi australiani.
Tra le azioni portate avanti anche il lancio di malware verso server stranieri col fine di cancellare dati e disabilitare i meccanismi di raffreddamento dei sistemi colpiti portandoli a un pericoloso “surriscaldamento” e a un conseguente danneggiamento fisico dell’hardware.