I Big Data come vera opportunità di business, una sorta di volano da lanciare per vincere la sfida della competitività. La seconda edizione di Cloudera Sessions che si è svolta a Milano lancia chiaro il messaggio: è il momento della concretezza. I Big Data non sono più una chimera, un fenomeno alla moda di cui parlare, ma una reale opportunità che le aziende si sono rese conto di dover cogliere, pena l’estinzione dell’impresa.
Più di 270 visitatori hanno animato la sessione italiana del tour di Cloudera, che quest’anno è stato potenziato in tutta Europa con 13 tappe, a dimostrazione di come l’area EMEA stia diventando sempre più strategica nel business della società. Importante anche il ruolo dell’Italia, che sta diventando un mercato ‘core’ come dimostrato dal potenziamento del team in vista di un’ulteriore aggressione al territorio italiano, che si sta dimostrando pronto all’impatto coi Big Data in una maniera che va al di là delle aspettative.
Una giornata di networking, dove i clienti di Cloudera si sono incontrati per scambiarsi idee alla luce anche di alcuni casi di successo presentati nel corso della giornata (Jobrapido, Buongiorno, Unicredit) e dove hanno potuto assistere a dei panel tecnici e ad interventi del management e di figure di spicco nel mondo dei dati, come Amy O’Connor, Big Data Evangelist di Cloudera.
Quali i messaggi della giornata? Li ha riassunti alla perfezione Michele Guglielmo, responsabile da febbraio 2016 per l’area Mediterranea di Cloudera.
“Sono tre i concetti che vogliamo far portare a casa ai partecipanti – spiega Guglielmo -. Innanzitutto bisogna chiarire che il progetto Big Data è un progetto assolutamente complesso, che può essere affrontato solo con un approccio che coniuga It e business. In secondo luogo vorrei sottolineare come sia vitale, in questo momento, concentrarsi su pochi casi d’uso iniziali per poter portare valore nel breve termine col fine ultimo di garantire uno sviluppo e un’espansione nel lungo periodo. Terzo ed ultimo concetto è che per affrontare un progetto così complesso occorre affidarsi a dei veri e propri leader di mercato. E qui entra in gioco Cloudera”.
Messaggi importanti che tentano di indirizzare le imprese italiane in un momento in cui i dati stanno trasformando il business a tutti i livelli e in tutti i settori, rivoluzionando il nostro approccio col mondo si a livello lavorativo che personale.
Ma se le imprese italiane sono più o meno preparate in materia di Big Data, la prossima grande sfida riguarda anche l’IoT, che è stato protagonista di questa edizione della manifestazione con un panel a lui dedicato cui hanno partecipato aziende importanti come Data Reply, Accenture Digital, Dell, Talend, TIBCO Software e la Luiss Business School.
Secondo i partecipanti, moderati da Guglielmo, la prossima nuova grande rivoluzione sarà proprio quella legata all’internet delle cose, il cui impatto comincia già a farsi sentire in diversi ambiti (manifatturiero, smart cities, connected cars, automotive, energy, utilities) Ci sono ancora parecchie difficoltà, che però, a detta degli esperti presenti, sono destinate col tempo ad estinguersi. Oltre alla questione legata alla sicurezza, preoccupa molto la debolezza degli italiani a livello culturale in materia di IoT, che difficilmente potrà essere colmata semplicemente con l’introduzione all’interno dell’azienda del data scientist, che per quanto valevole non potrà incarnare in una sola persona tutte le competenze necessarie a gestire il fenomeno a 360°.