Una società dinamica che interpreta il bisogno di trasformare l’enorme flusso di dati messo a nostra disposizione dall’IoT in informazioni per prendere decisioni investendo in tecnologia, persone ed ecosistema. E’ Cloudera, società americana fondata nel 2008, famosa per la sua piattaforma di gestione dei dati open source, sbarcata in Italia nel 2015. A Milano abbiamo incontrato Romain Picard, Regional Vice President di Cloudera.
Lo scenario attuale, con l’irrompere dell’IoT (Internet of Things), porta ad una esplosione dei dati, strutturati e non strutturati, che rende più difficile il compito delle aziende come Cloudera. Siete attrezzati per rispondere a questo cambio di scenario?
Questa tecnologia si sta affermando in maniera sempre più incisiva e i clienti vi stanno investendo per poter meglio capire i loro clienti, per migliorare i propri prodotti e servizi, per ridurre il rischio di business e aumentare la sicurezza informatica.
I dati dell’”onda digitale” provengono da una molteplicità di fonti. Dall’Internet of Things e dai social network. Stiamo assistendo ad un esponenziale aumento dei dati a nostra disposizione, che devono essere poi trasformati in informazione. I sistemi non sempre riescono a stare al passo e proprio per questo le aziende stanno investendo nell’open source e in piattaforme specifiche per poter meglio capire i nuovi servizi e ridurre il rischio. In questo scenario Cloudera fornisce una completa piattaforma di gestione dei dati per le aziende che vogliono mettere proprio i dati al centro delle loro strategie.
A proposito di scenario: come stanno cambiando in Europa le cose?
Nel 2010 Cloudera ha deciso di aprire la propria filiale di Londra, che è diventato il quartier generale della società in Europa. Nel 2014 abbiamo aperto i nostri uffici in Francia e poi in Spagna, Italia a anche a Dubai, in Medio Oriente.
Allo stato attuale è difficile definire in maniera precisa il numero di clienti, ma ufficialmente collaboriamo con più di 1.000 realtà in tutto il mondo.
D’altronde è diventata sempre più urgente la necessità di trarre valore dai dati e le aziende, quindi, hanno bisogno di strategie sempre più mirate. Ogni settore sta utilizzando i dispositivi IoT e il quadro è complesso e vastissimo. Cloudera fornisce gli strumenti per affrontare questo tipo di scenario dove ogni azienda deve poter prevedere il futuro.
Proprio in riferimento alle aziende… cosa chiedono per stare al passo con la trasformazione digitale?
L’IoT è alla base di questo nostro mondo attuale iper collegato. E’ un fattore che influenza in maniera cruciale il moltiplicarsi dei dati, strutturati e non strutturati. Ma questo è solo l’inizio. Rimane a noi il compito di gestire il futuro e il potenziale per il mercato è molto vasto. Ogni azienda ha obiettivi, strategie e livelli di maturità diversi. Cloudera sa interpretare i diversi bisogni delle aziende per trasformarli in realtà e dare loro concretezza.
Qual è la vostra strategia in Italia e quali sono le previsioni per il futuro?
Cloudera ha aperto la sua filiale italiana nel 2015. Il mercato del Belpaese è molto attivo per quanto riguarda l’innovazione e c’è un grande potenziale per l’utilizzo e l’adozione della tecnologia open source.
Viaggiamo accanto al cliente per fornirgli opportunità di crescita.
In un mercato dinamico come quello italiano possiamo prevedere grandi opportunità di crescita nei prossimi mesi. La nostra strategia in Italia si basa sui partner e la creazione di un ecosistema che sta crescendo molto velocemente. Stiamo anche collaborando con le università.
E il 2016 come si è chiuso per Cloudera? E’ stato un anno positivo?
Le aree principali su cui si muove Cloudera sono la Ricerca e Sviluppo per poter costantemente migliorare la nostra piattaforma, le attività di vendita e marketing per aumentare il numero di clienti e l’espansione del business e delle infrastrutture a livello internazionale.
Il Fiscal Year 2017 si è chiuso a 261 milioni di dollari, con una crescita del 57% rispetto al 2016 e addirittura del 140% rispetto al 2015. Un risultato frutto del fatto che
ogni anno investiamo 100 milioni di dollari in ricerca e sviluppo per garantire sempre le migliori soluzioni ai nostri clienti.
Cloudera sta anche lavorando sull’aumento del numero dei dipendenti, che nel 2016 si è attestato a oltre 1.400.
L’aumento di investimenti offre nuove possibilità e apre le porte a nuovi clienti, che è la strategia migliore per incrementare il numero di dipendenti e per migliorare la condizione finanziaria di Cloudera.
A livello di prodotto avete in programma il lancio di qualche novità?
Attualmente Cloudera sta lavorando ad alcuni progetti molto interessanti e importanti.
La scarsa conoscenza dei Big Data è un problema di primo piano nel mondo attuale. C’è la necessità di trasformare questa abbondanza di dati in informazioni precise. Per raggiungere questi obiettivi occorre tanto lavoro, e soprattutto versatilità.
Cloudera Enterprise è la piattaforma più semplice e moderna in ambito data management e tra i progetti che abbiamo in cantiere quelli più innovativi riguardano l’ecologia (Cloudera Big Skills Enablement, che stiamo portando avanti a Singapore e in Malesia), la sanità (per poter promuovere il benessere nelle aree sottosviluppate, ma anche per diffondere le conoscenze mediche e per rilevare e prevenire le malattie nelle loro fasi iniziali) e l’utilizzo di sensori per il rilevamento della temperatura e della pressione (anche nelle case).