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Tra le preoccupazioni maggiori riguardo ai cambiamenti nell’ambiente IT vi è la sicurezza; il senior management deve poter avere una fiducia totale nella capacità di scalare in modo sicuro in linea con la domanda di business. Un vero deployment ibrido può sfruttare le policy IT esistenti per soddisfare i requisiti di sicurezza, compliance e controllo. In questo modo è in grado di affrontare le difficoltà che le organizzazioni incontrano quando si tratta di rispettare la sovranità e la compliance dei dati, preoccupazioni divenute all’ordine del giorno nello scenario post-NSA, e che continuano a trovare ampio spazio nelle agende dei CXO.
Nel 2014, VMware ha reso disponibile il suo servizio vCloud Air in Europa, pensato in gran parte per affrontare proprio questa preoccupazione. Posto in un luogo del Regno Unito che soddisfa i requisiti legislativi di compliance a sovranità dei dati per la Gran Bretagna e l’Unione Europea, il servizio registra una forte richiesta da parte di quelle aziende che sono sotto pressione dal punto di vista del taglio dei costi e della richiesta di maggiore flessibilità, ma che non possono scendere a compromessi in termini di compliance. Quest’aspetto continuerà ad acquistare rilevanza nel 2015.
Dato che i reparti IT continueranno a subire pressioni da ogni fronte per offrire un servizio migliore, più economico, più veloce, più sicuro, più agile e – ovviamente – pienamente conforme, sono convinto che vedremo il cloud ibrido entrare veramente in gioco quest’anno, pronto ad affermarsi come l’infrastruttura IT de facto del prossimo decennio e oltre. Gartner afferma che quasi la metà delle grandi imprese implementerà un cloud ibrido entro il 2017, si tratta di un percorso che non può essere più ignorato.
Le regole d’oro del vero ibrido:
In conclusione, che cosa dovrebbero considerare le aziende che vogliono confrontarsi con il cloud ibrido nel 2015? Ecco quattro aspetti chiave:
Agilità di business. Il business non può più attendere che l’IT lo raggiunga. Una concorrenza più agile ruba una fetta importante di mercato alle imprese più grandi, se queste non riescono a reagire ai cambiamenti o a sfruttare le nuove opportunità abbastanza rapidamente. Questo significa che l’IT deve essere in grado di installare e dismettere, testare e distribuire le applicazioni senza costruire nessuna nuova infrastruttura.
Compatibilità. Un business in crescita potrebbe avere bisogno di supporto per migliaia di applicazioni e sistemi operativi, quindi è importante avere una soluzione installata che sia compatibile con il proprio data center on-premise, comprendendo anche l’infrastruttura e la funzionalità di disaster recovery.
Facilità d’uso. Il percorso di espansione nel cloud non può essere una strada a senso unico in un territorio sconosciuto. Si possono posizionare facilmente i carichi di lavoro su entrambi i cloud, pubblico o privato, e sfruttare le policy IT esistenti, affidandosi alla stessa base di supporto del proprio data center onsite. Cercate la trasparenza anche in termini di pianificazione e budget, pagando una cifra fissa calcolata in base alla capacità e non solo a quello che viene utilizzato.
Garantire la compliance. Le problematiche di compliance incidono sempre più sulle organizzazioni, quindi è imperativo che le aziende possano garantire che i propri dati risiedano nel luogo che hanno scelto, con piena conformità rispetto alle leggi locali. Conoscendo dove i propri dati risiedono in ogni momento, l’IT può dedicare più tempo ad aiutare l’azienda per offrire un’infrastruttura scalabile e flessibile che soddisfi le richieste che i business leader gli indirizzano.