[section_title title=Cinque preconcetti in termini di Software Asset Management – Parte 2]
3. Non abbiamo bisogno di uno strumento di SAM specifico
Si tratta di un’opinione molto diffusa che però ha un peso significativo dal punto di vista del ROI. Senza consultare uno specialista, le organizzazioni non possono essere consapevoli dei contesti e delle domande corrette da porre per sfruttare veramente il SAM, come ad esempio:
- Razionalizzazione delle applicazioni: i dipendenti utilizzano un software specifico a sufficienza da poterne giustificare la presenza sul proprio dispositivo? Un altro dipendente potrebbe sfruttare l’applicazione senza dover comprare una licenza separata? Si può pensare di tagliare la licenza del tutto per ridurre i costi?
- Aggiornamento delle informazioni: state utilizzando una versione vecchia del software? Avete considerato di passare a una nuova ma non siete sicuri di avere bisogno di tutte le funzionalità?
- Riduzione dei rischi: state acquistando software senza considerare gli aspetti finanziari, tecnici e i rischi di sicurezza associati?
- Efficienza trasversale: quante applicazioni possiedono la stessa efficienza rispetto a contratti e vendor differenti?
Per quanto riguarda la razionalizzazione delle applicazioni, in particolare, le organizzazioni non sono consapevoli dell’impatto strategico che ha l’assegnazione delle licenze rispetto agli utenti. Senza uno strumento SAM dedicato, non sono disponibili le analitiche che misurano l’utilizzo del software installato da parte dei dipendenti e la conseguenza sono strutture di licensing non corrette e un uso improprio delle applicazioni. Attenzione tuttavia a non commettere l’errore opposto, cioè di considerare il SAM solo un tool, quest’ultimo è un elemento di primaria importanza, ma non è in grado, per quanto evoluto esso possa essere, di coprire tutti gli aspetti del processo SAM.
4. Il SAM serve solo quando si subisce un audit
Questo equivoco fortunatamente sta svanendo, spesso una volta che un’organizzazione subisce un audit si trova a doverne affrontare altri perché si diffonde la voce che l’azienda è in uno stato di non conformità. Evitare gli audit è possibile solo adottando una pratica efficace di SAM che produce notevoli risultati nel tempo, grazie all’analisi dell’utilizzo delle risorse software.
5. Sappiamo quali sono i diritti di utilizzo corretti del nostro software
La gestione delle licenze e dei contratti software rappresenta un campo notevolmente trascurato dal punto di vista della corretta gestione del ciclo di vita del software. Spesso, le aziende acquistano a volume il software senza comprendere effettivamente i diritti di utilizzo definiti negli accordi di licensing, ne conseguono installazioni improprie. Le aziende, in genere, si rivolgono a un numero consistente di vendor per il proprio portfolio software. Uno specialista di licensing dedicato, capace di comprendere tutti i termini d’uso di ognuno di essi rappresenta un talento incredibilmente raro! Inoltre, capire la complessità sottostante in modo da realizzare risparmi dal punto di vista degli acquisti a volume richiede una conoscenza profonda delle licenze e dei programmi proposti da ogni publisher, Senza l’aiuto di uno specialista dedicato nel licensing, sempre perfettamente aggiornato sulle iniziative, gli incentivi e i prezzi, le aziende rischiano di dover pagare un valore solamente di facciata per gli acquisti a volume.
Qual è quindi il percorso giusto da seguire? Il segreto è superare i preconcetti e implementare una pratica di gestione delle risorse software in grado di tracciare, monitorare e misurare tutti gli acquisti effettuati e garantire che l’organizzazione ottenga il ROI più elevato possibile durante tutto il ciclo di vita del software.