Ogni 81 secondi un malware conosciuto è scaricato dalle aziende e ogni 4 secondi uno sconosciuto. Ogni 4 minuti è utilizzata un’applicazione ad alto rischio. Ogni 4 secondi un host accede a siti web malevoli e ogni 32 minuti dati sensibili vengono trasferiti all’esterno dell’organizzazione in maniera incontrollata.
Sono solo alcuni dei dati allarmanti contenuti nell’ultima edizione del Security Report 2016 di Check Point Software Technologies, che la società ha elaborato analizzando informazioni relative al 2015 basate su attività reali che ha svolto con i propri clienti. Una serie di dati che tracciano un quadro preoccupante e che pongono l’accento sulla necessità, in primis, di creare consapevolezza sui pericoli della rete educando gli users ad un utilizzo consapevole degli strumenti informatici. Un fatto che diventa sempre più importante anche perché la criminalità informatica è diventata un vero e proprio business, i cui proventi nell’ultimo anno sono cresciuti di 280 miliardi. Un business remunerativo, quindi, che si avvale di strumenti automatizzati che gettano ulteriori ombre sulla sicurezza delle aziende.
Lo studio di Check Point ha preso in esame più di 25.000 gateway, 1.100 casi coi clienti e più di 6.000 threat emulation gateway.
Dal report emerge che il 75% delle aziende analizzate ha rilevato infezioni, spesso a causa di soluzioni tradizionali non aggiornate perché si concepisce la security come una commodity piuttosto che come un abilitatore effettivo del business. L’82% di queste aziende ha inoltre scaricato malware sconosciuto e il 94% delle organizzazioni aveva un’applicazione ad alto rischio.
La maggior parte dei problemi sono stati legati ad un mancanza di patching dei sistemi e a una bassa capacità di monitoraggio e controllo della rete all’interno delle aziende, unite a un restare legato a un approccio della sicurezza ormai superato, che deve essere sostituito dall’implementazione di soluzioni tecnologiche di prevenzione del malware in real time, capaci anche di intercettare i tentativi di elusione del sistema di sicurezza da parte delle minacce. Altro fattore fondamentale è la segmentazione della rete, importantissima anche in vista dell’adozione sempre più massiccia di sistemi di SDN (software-defined networking).
Ma come proteggersi di fronte a questo scenario?
“Quello che serve alle aziende – sottolinea David Gubiani, Security Engineering Manager di Check Point Software Technologies Italia – è un approccio moderno alla sicurezza, multi strato e capace di prevenire il malware prima ancora che entri nella rete e che tenti di capire se lo stiamo controllando. E’ necessario poi mettere in atto dei meccanismi di secure detection e di ingegnerizzazione della rete, creando un’architettura segmentata e gestita centralmente. Alla base di tutto ovviamente occorre poi lavorare sul fronte cultura ed informazione per permettere un approccio più consapevole e corretto nei confronti della rete”.
Crescono anche gli attacchi indirizzati verso i sistemi mobili, una delle tendenze più forti del 2017.
“L’esperienza Check Point e i dati raccolti negli anni precedenti – conclude Gubiani – ci fanno pensare che gli attacchi il prossimo anno avverranno principalmente sulla parte mobile, sulla parte dell’Internet of Things, perché si tratta di device non ancora sufficientemente protetti, e ovviamente verso le infrastrutture critiche, un ambito da sempre sensibile sul fronte sicurezza ma che lo è diventato ancora di più a fronte del fenomeno del terrorismo. Ancora: il cloud, sempre più adottato dalle aziende e anche dai privati. Per finire, non meno importante è la protezione verso minacce che sfruttano le vulnerabilità ancora sconosciute. E’ fondamentale utilizzare delle tecnologie moderne, all’avanguardia, per poter bloccare questo tipo di minacce prima ancora che entrino nel nostro network”.