Un ricerca commissionata da Ricoh Europe e condotta da Coleman Parkes Research (Tech Evolved Workplace) ha messo in evidenza che la maggior parte delle aziende europee dimostra un forte interesse nei confronti di tecnologie che renderanno possibili modalità di lavoro innovative. Ad esempio il 59% del campione d’indagine crede che entro i prossimi 20 anni sarà in grado di farsi sostituire da assistenti virtuali e ologrammi nelle riunioni aziendali. Le innovazioni che secondo oltre la metà dei rispondenti potrebbero diventare realtà nei prossimi 30 anni includono i droni e le comunicazioni Bluetooth cervello-cervello. La maggior parte delle aziende mostra interesse nell’adozione delle nuove tecnologie ma ognuna viaggia a velocità differenti.
Come si collocano le aziende italiane in questo contesto? Quali tecnologie si profilano all’orizzonte secondo i manager italiani?
In relazione ad alcune innovazioni tecnologiche le aziende italiane vengono considerate “forward-thinkers” rispetto ad altri Paesi e alla media europea. Il campione italiano si aspetta che nel corso del prossimo decennio negli uffici saranno disponibili le seguenti innovazioni:
Strumenti interattivi touch (73%)
Trasmettitori sensoriali (47%) – piccoli dispositivi adattati all’orecchio che consentono di trasmettere dati audio e video direttamente al cervello sotto forma di segnali elettronici
Solo il 6% delle aziende del nostro Paese, una delle percentuali più basse di tutta Europa, ritiene che gli strumenti interattivi touch non verranno mai implementati (rispetto ad esempio al 14% del campione svizzero o al 12% di Germania e Olanda). Per quanto riguarda i trasmettitori sensoriali la percentuale delle imprese italiane convinte che tali dispositivi non saranno mai disponibili si attesta al 15%, mentre in altri Paesi essa sale al 27% (Paesi Nordici e Regno Unito) e al 28% (Germania).
Per quanto riguarda le altre tecnologie prese in considerazione nell’indagine, secondo le aziende italiane entro i prossimi dieci anni negli uffici diventeranno realtà:
– Sistemi di riconoscimento vocale: 65% del campione italiano. In questo ambito sono considerati “forward-thinkers” Russia e Middle East, mentre l’Olanda e i Paesi del Nord sono i Paesi più scettici.
– Occhiali per la realtà aumentata: 62% del campione italiano. Russia e Middle East sono di nuovo considerati “forward-thinkers”; tra i più scettici: Germania e i Paesi del Nord.
– Robot per l’ufficio: 54% del campione italiano. Sono considerati “forward-thinkers” Germania, Spagna e Russia. Le aziende più scettiche si trovano nel Regno Unito e nei Paesi del Nord.
– Ologrammi che sostituiranno le persone nelle riunioni aziendali: 45% del campione italiano. Il Middle East è l’area più ottimista, mentre tra gli scettici vi sono Germania, Olanda, Regno Unito e Paesi del Nord.
– Droni: 49% del campione italiano. In questo ambito sono considerati “forward-thinkers” Russia e Middle East, mentre Germania, Regno Unito e Paesi del Nord sono quelli più pessimisti.
– Comunicazioni Bluetooth cervello-cervello: 31% del campione italiano. Il Middle East è l’area delle aziende “forward-thinkers”, mentre Germania, Paesi del Nord, Regno Unito, Olanda e Russia sono tra i Paesi più scettici.
Dai risultati si comprende che le aziende considerano utile un’innovazione tecnologica se riescono ad immaginarne l’effettivo utilizzo sul posto di lavoro entro i prossimi cinque/dieci anni. Non bisogna comunque dimenticare che le innovazioni implicano un cambiamento culturale e il superamento di alcuni ostacoli quali i costi (57% del campione), la sicurezza (49%) e le normative in vigore (37%). Le aziende che riusciranno ad indirizzare questi aspetti e a trarre vantaggio dall’innovazione miglioreranno il proprio business nei prossimi 10 anni e oltre.