Una nuova ricerca di GFI Software misura gli effetti dello spam. Se già un decennio fa le email indesiderate erano considerate un problema, oggi, con le nuove tecnologie a disposizione dei cybercriminali, lo spam è infatti diventato una vera e propria emergenza per le aziende.
GFI Software ha interrogato 200 responsabili delle decisioni It di aziende tra i 5 e i 1.000 dipendenti nel Regno Unito per indagare il fenomeno. La ricerca indipendente è stata condotta da Opinion Matters nel mese di settembre 2014 ed ha evidenziato come lo spam continui sempre più ad affliggere le aziende, con una media di 5 mail indesiderate su 10 e impatti significativi sulla produttività.
Con il 50% di posta elettronica assolutamente inutile, di cui il 47% potenzialmente pericolosa perchè contenente messaggi di phishing, lo spam si configura come una delle battaglie cibernetiche più aggressive che i responsabili It devono affrontare. I criminali utilizzano sempre più questa forma di attacco per installare malware (24%) o infiltrarsi nelle reti aziendali (22%), utilizzando messaggi sempre più sofisticati o coinvolgenti per convincere l’utente a cliccare su link malevoli.
Nonostante questi dati allarmanti, esiste ancora una certa reticenza da parte degli It Manager nell’introdurre policy di sicurezza: il 71% di loro si limita a suggerire agli utenti di cancellare le email indesiderate con la conseguenza che, qualora un dipendente clicchi su un link infetto, occorrono da 1 a 3 ore per porre rimedio al problema.
Anche in presenza di filtri antispam, i mancati aggiornamenti o una loro configurazione errata costa cara alle aziende: nel 2013 quasi due terzi (68%) degli intervistati ha sperimentato casi di email “false positive”, che erano invece legittime e importanti per l’azienda. Circa il 50% delle aziende ha vissuto questa situazione almeno tre volte in un anno.