Nel suo nuovo blog bost “Attacco Shriken 2015: molte mani, molte armi” Arbor Networks afferma che “l’evoluzione degli attacchi DDoS continua come da previsioni. Le dimensioni degli attacchi crescono sempre più, i tool diventano sempre più facili da utilizzare, aumenta il numero di chi attacca, le tecniche di attacco più mature si trasformano in vere e proprie commodity mentre nuove tecniche di attacco si aggiungono al mix con cadenza regolare. Attaccare costa poco, è facile ed estremamente diffuso. Gli ambienti criminali continuano a offrire servizi e ottenere fondi per poterli fornire, cosa che incentiva altri hacker ad aggiungersi”.
Il risultato finale di tutto ciò è una frenetica attività DDoS quotidiana che viene fotografata dalla Digital Attack Map, la mappa degli attacchi digitali frutto di una collaborazione tra Google Ideas e Arbor. La Digital Attack Map è la rappresentazione visiva dei dati che Arbor raccoglie sugli attacchi DDoS da 300 service provider di tutto il mondo nell’ambito della propria iniziativa ATLAS. La mappa degli attacchi fornisce una prova tangibile di quanto i tool DDoS riescono a fare.
Nella Digital Attack Map è disponibile il dettaglio dei principali attacchi DDoS per singoli Paesi, tra cui: Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Stati Uniti, Cina, India.
“Ad oggi la situazione relativa agli attacchi in Italia è generalmente sotto la media, ma non per questo trascurabile. La tendenza generale è verso una crescita costante, sia nella dimensione che nella frequenza – commenta relativamente alla posizione dell’Italia Ivan Straniero, Territory Manager South-East and Eastern Europe di Arbor Networks -. Possiamo fare due considerazioni importanti: la prima è che non è possibile abbassare il livello di guardia, in quanto anche un attacco di piccole dimensioni può determinare un disservizio per le aziende, con conseguenze potenzialmente importanti sul business e sulla reputazione aziendale. La seconda è che nella situazione politico-economica attuale organizzazioni internazionali, multinazionali, enti governativi, sono spesso presi di mira dagli hacker per protesta o per generare un danno, che poi va a ripercuotersi su chi utilizza Internet. L’adozione di misure di sicurezza specificamente studiate per questo tipo di minacce costituisce solo una parte della soluzione al problema; è necessario infatti conoscere e diffondere regole di comportamento adeguate in grado di limitare al minimo l’esposizione agli attacchi”.