[section_title title=Affrontare con successo la trasformazione digitale – Parte 2]
Il data center Software-Defined
Un’altra sfida è rappresentata dal Software-Defined Data center (SDD) che vede sempre più aziende utilizzare un mix di sistemi fisici e virtuali nei loro data center in combinazione con cloud privati e, sempre più, cloud pubblici. Questo scenario permette di trovare la soluzione giusta per eseguire un’applicazione nel modo più efficiente al costo minore.
I SDD dipendono ancora dal monitoraggio basato sulla rete/cavo. In un recente studio Gartner ha confermato che l’approccio “basato sul cavo” continuerà a rivestire una certa importanza nei prossimi cinque anni. Cogliere e analizzare i dati attraverso la rete abilita l’interpretazione diretta dei dati sull’esperienza degli utenti, indipendentemente da dove l’applicazione viene eseguita.
Anche se sempre più processi sono eseguiti al di fuori delle infrastrutture che si trovano sotto il suo diretto controllo, il reparto IT deve ancora poter capire quali applicazioni sono utilizzate, che prestazioni hanno e qual è il loro impatto sul carico di rete. Nel caso delle applicazioni SaaS, soprattutto, l’utilizzo della rete è spesso molto elevato perché tutti i dati devono essere inviati alla rete Internet pubblica, invece di restare all’interno della rete del data center. Avere visibilità su tutto il traffico che sta lasciando il data center richiede delle soluzioni di monitoraggio che siano altamente scalabili e che combinino i rilevamenti con il monitoraggio sintetico per individuare i problemi prestazionali in modo proattivo.
Le applicazioni native sul cloud
Sempre più spesso le aziende sviluppano le nuove applicazioni da zero invece di estendere le applicazioni e le soluzioni esistenti. Queste app, spesso progettate da team dedicati che utilizzano nuove tecnologie su un’infrastruttura cloud-based, sono sviluppate in modo rapido e cambiano spesso. Sono indipendenti dalle applicazioni esistenti e assemblate a partire da piccoli blocchi di costruzione, come i micro-servizi, che, a loro volta, possono essere sviluppati da zero o ritagliati a partire delle applicazioni esistenti.
Anche se queste applicazioni native sul cloud si rivolgono principalmente al cloud pubblico, la loro esecuzione nei cloud privati sta aumentando perché abilitano un elevato livello di innovazione che consente di differenziarsi dalla concorrenza in termini di offering e di soluzioni.
In virtù della loro architettura e del loro deployment, estremamente distribuiti e flessibili, queste applicazioni sono però un vero problema in termini di visibilità e controllo. Le soluzioni di monitoraggio non devono, infatti, solamente individuare i segnali e le anomalie individuali ma anche saper correlare questi eventi ai problemi e individuare automaticamente la causa che li ha generati.
Umanamente, non è possibile essere sempre aggiornati in un contesto in cui il deployment e le applicazioni cambiano continuamente. Gli attuali sviluppi come l’IT multimodale, il nuovo stack tecnologico, il software-defined data center e le applicazioni native sul cloud pongono nuove sfide in termini di visibilità dettagliata sulle infrastrutture, le applicazioni e i comportamenti dell’utente finale, ma le soluzioni moderne di digital performance management sono in grado di gestire queste sfide e dare alle aziende la visibilità e la conoscenza che le aiuteranno a comprendere e guidare i cambiamenti in atto e la portata che possono avere in termini di innovazione e crescita di business; per questo la gestione delle prestazioni digitali è un ingrediente chiave per gestire con successo la trasformazione digitale.