Nel pieno dell’estate l’Executive Chairman e CTO di Oracle Larry Ellison in persona ha annunciato un avanzamento nella strategia di automazione dell’azienda: la disponibilità di Oracle Autonomous Transaction Processing all’interno dell’offerta Oracle Autonomous Database Cloud Service.
Il nuovo servizio database cloud “self-driving” di Oracle è pensato per gestire le più impegnative applicazioni in ambiti quali servizi finanziari, retail, manifattura, settore pubblico; il servizio supporta un complesso mix di carichi di lavoro legati a high-performance transaction processing, reporting, batch e analytics.
In modo complementare con il servizio Oracle Autonomous Data Warehouse già disponibile, Oracle Autonomous Transaction Processing può supportare un complesso mix di transazioni high-performance, reporting, batch, IoT, machine learning entro un unico database, semplificando lo sviluppo e l’implementazione delle applicazioni; permette di realizzare analytics e personalizzazioni in tempo reale e di individuare frodi informatiche agendo su dati transazionali “live”.
La completa automazione dell’operatività database e infrastrutturale taglia fino all’80% dei costi di amministrazione; l’efficienza di un database che si auto-ottimizza, unita all’elasticità del pay per use, taglia i costi di runtime fino al 90%. Tra gli altri vantaggi: la riduzione del rischio con l’eliminazione della vulnerabilità ai cyber attacchi e la possibilità, per gli amministratori DB di dedicarsi a estrarre più valore dai dati eliminando la manutenzione del database.
Oracle Autonomous Database sostiene i carichi di lavoro più mission-critical perché si fonda sulle sofisticate tecnologie Oracle Database, che non trovano rivali in altri prodotti: tra di esse ricordiamo l’infrastruttura high-performance Exadata, Real Application Cluster per ottenere fault-tolerance e uno scale out trasparente, il disaster ricovery Active Data Guard, Online Data Evolution.