Nuova ossessione del premier Renzi dopo gli attentati di Parigi dello scorso novembre, gli occhi di tutti sono puntati sulla cybersicurezza e sul nome del nuovo 007 di Palazzo Chigi che sarà a capo dell’unità. Il più papabile, al momento, pare essere il toscano Marco Carrai, un amico di vecchia data e fedelissimo del Primo Ministro, figlio di un imprenditore edile, cattolico e di famiglia benestante.
Prima consigliere comunale a Firenze quando Renzi divenne segretario della Margherita, poi a capo di segreteria alla Provincia quando l’attuale presidente del consiglio vinse le elezioni, infine scelto anche quando Renzi venne eletto sindaco del capoluogo toscano.
Recentemente Carrai è anche entrato nel board della Fondazione dell’Ente Cassa di risparmio di Firenze, azionista di Intesa San Paolo con il 3.3%. Tutte esperienze che hanno permesso all’imprenditore di tessere una fitta rete di relazioni italiane e internazionali e che ora Renzi vuole sfruttare per consegnare alla nuova Agenzia per la sicurezza informatica una guida autorevole.
Sono partite da subito le reazioni sul fronte dell’opposizione, che sente puzza di conflitto di interessi: oggi Sinistra italiana presenterà un’interrogazione parlamentare alla Camera. Anche a Palazzo Chigi si è discusso della questione e la prima conclusione alla quale si è giunti è che la nuova unità non andrà a intaccare l’autorità delegata dal Governo ai servizi segreti, attualmente nelle mani di Marco Minniti.